Canto a Tenore

Camba

          camba  [’kamba] s.f. Nella lingua sarda questa parola ha diversi significati. La fionda si compone di una forcella, due cambas elastiche e una piccola pelle da cui si lanciano i proiettili. Sas cambas sono, qui, due strisce di camera d’aria della ruota di bicicletta che, opportunamente stirate, consentono di imprimere […]

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Boche

              boche [’bɔkε] con Afèresi di b- ma anche con passaggio ([b]>[v]) e raddoppiamento della -c- nei comuni a N di Nuoro e sonorizzazione della velare ([k]>[γ]) nel Marghine e Goceano come nel Montacuto. 1 s.f. Voce. Est a boche (d)e pippìu [εšt a bɔχ ε pip’piu] Ha voce

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Bìcchiri

              Bìcchiri [’bikkiri] s.m. Mus. Ballo diffuso nella zona centrale dell’Isola, da Abbasanta e fino a Sarule. Costruito su endecasillabo a minore ha accenti sulla 4^, 6^ e 10^ sillaba come nella struttura testuale de s’anchetta di Torpé. Questa accentazione produce un ritmo di esecuzione assai lento. Contrariamente alla

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Irborróschiu

              Irborróschiu [irbor’roškiu] s.m. Mus. È possibile pensare ad un’armonia dissonante nel canto polivocale a tenore? Sembra quasi un ossimoro, stante l’abitudine, ormai pluridecennale, di costruire armonia aggraziata e dolce nella tessitura dell’accordo delle parti vocali del canto a tenore in cui le voci ‘suonano insieme’. L’imperativo odierno è

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Pesàda

              pesàda [pε’šaᵭa] s.f. Poes. Nella produzione di modellos (cfr Rimas) il termine pesàda è spesso utilizzato per indicare la strofa iniziale dove è esposto il contenuto peculiare di un componimento. Quel contenuto verrà poi ripreso con sviluppo di rime e versi di nuovo contenuto, con retrogradazioni e proliferazioni

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Mutta

          mutta [’mutta] s.f. Nella cultura sarda della tradizione mutta è parola multiuso e densa di significato in numerosi àmbiti della produzione materiale come culturale, poetica, musicale. 1 Psicol. Disposizione d’animo. Ispirazione. Il vocabolo è ancipite. Bona o mala mutta [’bɔna o ’mala ’mutta] Buona o cattiva disposizione d’animo. cfr la

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Tzippiri

        tzìppiri [’tsippiri] s.m. A lungo confuso con il nome del rosmarino, che M. Pittau riferisce avere basi etimologiche in punico zìbbir, sopravvive in alcuni comuni sardi il nome tzìppiri per indicare una voce maschile particolarmente acuta. Non occorre grande cultura per capire che fra i due vocaboli non ci sia alcun

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Ello

Ello [’ello] Relig. Appartiene al linguaggio del quotidiano di ogni varietà linguistica della Sardegna e, stante l’abbondante uso, risulta impossibile inquadrarlo in una classificazione grammaticale. Si impiega per rafforzare una affermazione, si usa per introdurre una domanda, sottolinea una palese evidenza: vive nel segno dell’antifrastica come nel parlare familiare, amicale, gergale e nel linguaggio formale.

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