tzìppiri [’tsippiri] s.m. A lungo confuso con il nome del rosmarino, che M. Pittau riferisce avere basi etimologiche in punico zìbbir, sopravvive in alcuni comuni sardi il nome tzìppiri per indicare una voce maschile particolarmente acuta.
Non occorre grande cultura per capire che fra i due vocaboli non ci sia alcun nesso. Qui ci limiteremo all’analisi di tzìppiri intesa come voce di falsetto.
Giovanni Spano fa risalire la parola tìpli o tìpiri allo spagnolo tiple o triple: una voce ‘di soprano’ per la quale J. Corominas afferma essere di origine incerta (V, 502).
Su tzìppiri è effettivamente voce assai acuta, sovrastante le tre voci del coro nella polivocalità del canto ‘a tenore’.
Non sono numerosi i ricordi della presenza di questa voce di falsetto nelle formazioni di canto profano. Occorre precisare che in diversi centri dell’area di diffusione del canto a tenore si può anche ‘fare a meno’ della presenza della mesu-voche e chiudere (intundare) senza sforzo lo sviluppo della creazione musicale di bassu e contra: si vedano in proposito le grammatiche di canto dei comuni della Zona interna individuata dallo scrivente nel libro Tenores (1994).
Tuttavia, anche in quei comuni si è registrata la presenza de sa cuìnta (la quinta voce) in alcuni canti, per esempio a Lula. Il riferimento è al brano contenuto nella raccolta 59 del CNSMP, dal rilevamento della troupe Rai dei giorni 6 e 7 maggio 1961 a Lula. Il brano venne anche inserito nell’antologia in DVD dal titolo Gli Archivi della memoria a cura di I. Macchiarella.
Occorre precisare che già nel corso degli anni Cinquanta, si assistette a laboratori di innovazione nelle tradizioni musicali isolane: nel canto con chitarra logudorese venne introdotta la fisarmonica, strumento che ebbe tentativi di inserimento anche nel canto polivocale di Seneghe (esiste documento sonoro RAI) e di Lula.
Quest’ultimo paese sperimentò anche l’inserimento della voce detta tzìppiri come forma di contaminazione: per fortuna l’esperimento, benché documentato, non prese piede.
Una testimonianza letteraria scritta su questa particolare voce si trova in ‘La tanca fiorita’ (1934), romanzo del canonico Giovanni Antonio Mura di Bono che, a pagina 79 (edizioni Ilisso) scrive: “Ma quando, di carnevale, o alle altre feste, si ballava, egli rompeva la clausura, per prendere parte al coro dei cantori, col suo tippiri di cane che uggiola”.
La voce chiamata ‘tzippiri’ è sempre una voce aggiunta alle tre del tenore (o comunque lo si voglia chiamare localmente) e la formazione canora, allora, risulta essere composta da 5 cantori contro la più diffusa prassi in cui si hanno 4 cantori interpreti ciascuno di una distinta parte vocale.
<La base ettimologica è certamente un’agglutinazione dell’akk. ṭīpu, ṭēpu ‘aggiunta, applicazione’ + sum. ri ‘gridare’. La lettera ṭ si legge come in sardo tz, zeta sorda.
Il significato originale di ṭīpu + ri > tzippiri dovette essere ‘aggiunta gridata’.
Bibliografia:
-A. Deplano, Tenores.
-https://www.assyrianlanguages.org/akkadian/index_fr.php.
Discografia:
Il brano documentato è l’interpretazione di un’ottava assai famosa tratta da una gara poetica in cui Remundu Piras difendeva il numero 3 ma, senza soluzione di continuità, prosegue anche con l’incipit di un sonetto che P. Mereu dedicò al paese natale “Fiera e ruza in mesu (d)e sos castanzos / seculares ses posta oh bidda mia…”. È contenuto nel rilevamento Rai del 6-7 maggio 1961 facente parte della raccolta 59 del CNSMP ascoltabile in internet nell’Archivio del folklore musicale italiano – Sardegna – Nuoro – 7) A boghe notte, quartetto di Lula (3’25’’), Registrazione 6.5.1961, Luogo: Lula, Nuoro, successivamente antologizzato nel DVD Gli Archivi della memoria Rai, Lula 1961.
© Andrea Deplano 2024
Interpreti del brano Su Tres (Boche ‘e notte) dovrebbero essere:
Boche Sisinnio Canu
Bassu Agostino Bosu
Contra Pietro Sale
Mesu-voche Francesco Farris (Legante)
Quinta Leopoldo Spanu
Onda sonora – Credit commons