Toponimi T

Tt

 

Taccadu [tak’kaᵭu] Topon. <base etimologica sembra essere il v. akk. ṭaḫādu ‘prospérer, devenir florissant, enrichir qqn., qqch. de qqch.; fournir généreusement / prosperare, divenire fiorente, arricchire qcn, qcs. di qcs; fornire generosamente’.

 

Taccallai [takkal’lai] Topon. <base etimologica sembra essere akk. takālu ‘compter sur, mettre ses espoirs sur; être fiable / contare su, mettere le proprie speranze su; essere affidabile’ + –ai terminazione territoriale ebr.

 

tammariche [tam’marice] 1 s.m. Bot. Tamerice, Tamerisco (Tamerix africana Poir., gallica L.). È considerata un’ottima pianta mellifera (su mele gutzat a terra de cantu nde juchet meda).  Allev. È molto ricercata dalle capre. 2 compone Topon. (Su) Tammariche [šu ᵵam’marice]. <lat. tamarice(m) DES II, p. 461.

 

tanca [’tanka] s.f. Pascolo. Terreno chiuso da muro a secco. Terreno pascolativo. forma Topon.: sa tanca (d)e baranta, sa ~ (d)e su campu, sa ~ (d)e su cuile mannu, sa ~ (d)e su (f)urreddu, sa ~ (d)e s’istrumpu, sa ~ (d)e Malabatture, sa ~ Malalavra, sa ~ (d)e su masonzu, sa ~ (d)e su re, sa ~ (d)e su timone, sa ~ (d)e tzia Arvara. <la base etimologica è sum. taka4 ‘to leave behind / lasciare da parte’ con successiva epèntesi di -n-; > cat. tanca ‘terreno recintato, recinto, steccato’.

 

tanda [’taYḍa] s.f. Bot. Papavero dei campi (papaver rhoeas L.). Il nome tanda indica anche altre specie di papavero. Med. I fiori in decotto sono conosciuti come soporiferi.  Allev. È mangiata dai maiali. Tanda (b)era Papavero da oppio (Papaver sonniferum L.). Med. Come il papavero comune, i fiori in decotto sono usati come soporiferi. compone Topon. sa tanda [ša ’taYḍa]. <sum. zana ‘bambola’ + dan3 ‘pura, limpida’ (S. Dedola).

 

Tappaùdda [tappa’uḍḍa] Topon. nel versante Est di Monte Tulùi a ridosso di Sutzu tanto che per alcuni è Sutzu Tappaùdda. <in origine doveva intendersi come akk. ša ‘quella’ ēda ‘unir, réunir / unire, riunire’, šaēda > ta ùdda > tappaùdda col significato complessivo di ‘quel (luogo) dove si riuniscono le acque’, con riferimento alle acque di depluvio di Sutzu.

 

Tazapoddiches [taddza’ꝑoḍḍices] 1 Topon. 2 agg. Zool. usato per alcuni insetti capaci di tagliare le dita  delle persone che li afferrano. >taza + poddiches.

 

Tenosule [te’nošule] Topon. Si trova a W del paese, all’ingresso da Nuoro. Confina con Locu secau. La sua Funtana doveva essere ‘luogo delle abluzioni sacre’ secondo l’interpretazione di R. Sardella. Quelle acque passano sotto il ponte de Oddurue e alimentano terreni e bacini di Neulè fino a raggiungere il Cedrino. Si può ipotizzare che Sardella avesse visto giusto: fra i terreni di Maria Ughìa, Porcosu e Tenosule si ha una grande concentrazione di siti sacri diroccati, alcuni ancora identificabili (e cfr Porcosu). Si può perfino pensare che Tenosule fosse sede del recinto sacro delle abluzioni stante la presenza delle sue acque. Purtroppo, non rimangono se non indistinti resti di antichi luoghi sacri per affermare la corretta interpretazione di professor Sardella. Tuttavia, il clero che ingarbugliò la lingua sarda giocò con Locu secau (‘rotto’ anziché ‘alto’) e, sebbene non poté agire sul secondo segmento -sule (acqua, vd Dorrisolo), il primo segmento teno– sembra avere relazione con gr. τέμενος, τέμνω ‘taglio, delimito’, τέμενος ‘campo delimitato, recinto di un santuario’ la cui base è akk. tamāḫu ‘delimitare, recintare un territorio’ (OCE, II, p. 289).

 

terra [’terra] s.f. Terra. Terreno. Territorio. Mondo. seguito da agg. indica qualità del terreno. Terra (b)ona [’tεrra ’ɔna] Terra fertile. Terra mala [’tεrra ’mala] Terra arida. Terra ruja [’tεrra ’ruja] Terra argillosa. Terra niedda [’tεrra ni’εḍḍa] Torba. Terra (d)e brocca [’tεrra ε ’brɔkka] Argilla. Terra grassa [’tεrra ’γrassa] T. fertile. Terra lanza [’tεrra ’landza] T. sterile. Terra crua [’tεrra ’krua] T. incolta. Terra iscruâ [’tεrr iškru’a:] T. coltivata. Terra muza [’tεrra ’muddza] T. per mattoni crudi o cotti.  Suolo. Est in terra in dainnanti tû! [εšt in ’tεrr in dain’nati ᵵu:] È al suolo davanti a te!  Pavimento. Cola s’istratzu in terra [’kɔla š iš’tratts in ’tεrra] Passa lo straccio sul pavimento.  Locuz. No ischit mancu sa terra chi lu juchet [no ’iški ’mmanku ša ’ᵵεrra χi lu ’juχε(ᵭε)] Non sa nemmeno dove si trova (è stupido). Nara.li a ponner sos pes in terra [’naral a ’ponnε šoš pεš in ’tεrra] Digli di stare con i piedi sulla terra. B’at prus preda chi no terra [b a ppruš ’prεᵭa χi no n ’tεrra] Ci sono più pietre che terra. Falàe.che tottu a terra! [fa’laεkkε ’ᵵott a ’tεrra] Scendete tutti a terra!  compare nei Topon. Terra (d)e porcos [’tεrra ε ’ꝑorkoš]. Suttaterra [šutta’ᵵεrra]. ≥ atterrare, disterrare, interrare, isterrare. <base etimologica akk. ṭēru (ṭerru, ṭūru) ‘boue, limon / fango, limo’ > lat. terra ‘terra, regione, luogo, paese, contrada’.

 

terrìnu [ter’rinu] s.m. 1 Terreno. Proprietà. Possedimento. No coles in su terrinu miu [no n ’kolεš i ssu χam’minu miu] Non passare nel mio terreno. 2 Territorio. Ma cussu no est in terrinu (d)e (b)idda, in cue che ses in su (d)e Ortullè [ma ’χussu no εšt in ter’rinu ε ’iḍḍa – in kuε kε šεš i ssu ε ortul’lε] Ma quello non è in territorio del nostro comune, lì sei nel territorio di Urzulei.  compone Topon. Terrinu (d)e porcos. >terra.

 

Ticulis [’ticulis] Topon. s’arcu (d)e Ticulis [š ’arku ε ’tiχuliš] nei pressi di Piriundu in regione di Isalle. <oltre il termine arcu, a cui si rinvia, base etimologica è akk. ṭēḫi, ṭiḫû ‘à côté, adjacent, proche, à proximité / immediata vicinanza, luogo adiacente, in prossimità’ + eliš ‘en haut, au ciel / in alto, in cielo’, ma cfr ana eliš ‘vers le haut / verso l’alto’: ṭiḫû-eliš > ticulis significò ‘in prossimità del cielo’ perciò s’arcu (d)e Ticulis è il valico ‘verso il cielo’. Un aspetto curioso è che gli informatori, in relazione al nome corrente del luogo riferiscono solamente ticulis mentre nelle carte topografiche si trova Anna, Jana, Janna Ticolis. Forse la denominazione originaria fu ana ticulis, in cui il secondo lemma si era agglutinato, proprio come nella discussione etimologica in cui la preposizione akk. ana, gr. ν-, νά, rimane integra a distanza di millenni.

 

Tiliccorrai [tilikkor’rai] Topon. nei pressi di Piriundu fra il salto di Orroùle ed il salto di Isalle. Si tratta di un costone assai malagevole e fittamente boscato. <Si può dividere il nome di luogo in tre diverse parti tili-corr-ài. Il primo segmento tili– ha base etimol. in akk. tilû, tulû ‘une poitrine, un sein, une mamelle / un petto, un seno, una mammella’ anche figurato, che in stato costrutto diventa tili. Corr– potrebbe avere base etimol. nel sum. kur ‘wood / legno’ ma è più congrua akk. ḫurru ‘un terrier / una tana di animali’ + suff. territoriale –ài. In conclusione tili-ḫurru-ai significò ‘pendìo (costone) di tane di animali’.

 

tilimba [ti’limba] s.f. Bot. Anagiride. Laburno fetido (Anagyris foetida L.). Puzzolana. Med. popol. I semi si pestavano e si mettevano sulla testa dell’individuo per combattere i pidocchi. Artig. Le giovani fronde sono usate per lavori di intreccio, cesti, cestini, cesti grossolani per raccogliere pietre nei campi coltivati. Allev. Le capre che mangiano il baccello ne sputano i semi ma, talvolta, possono morire se non riescono a defecarli (forse sono tossici?). Il fiore non è pascolato dalle api.  compone Topon. 1 Sa Tilimba [ša ti’limba]. 2 Monte Tilimba [‘’montε ti’limba] all’estremo S del territorio di Dorgali nel versante Gonone. <akk. šalāqu ‘rompere, lacerare, aprire’ > lat. siliqua ‘siliqua, baccello, guscio di leguminosa’ (OCE, II, p. 565) con epèntesi di -m.

 

Tillai [’tillai] Topon. sulla destra della strada statale 125. Località rinomata per la produzione di frutti, specialmente fichi: ficu (d)e Tillai. s’ispidu ruju ’e Tillai (A. Cucca, s’Orassione). <base etimologica in akk. tillē ‘le dépôt, le magasin d’intendance, le magasin d’équipement / il deposito, il magazzino d’intendenza, il magazzino di equipaggiamento’ + suff. territoriale –ai (vd S. Dedola, Gramm. p. 315).

 

Tinnìas [tin’nias] Topon. S’arcu (d)e tinnias [š ’arku ε ᵵin’niaš]. <nella parte alta della strada che risale da Isalle Orroùle si presenta come un arco rovesciato come la luna con le corna rivolte verso l’alto. Proprio sulla sommità, ormai in vista di Iloghe, si trova una fonte d’acqua segnalata dalla presenza dei giunchi. Il topon. potrebbe dovere alla pianta il nome oppure, considerata la forma del valico, avere base etimologica in  sum. Sîn ‘Dio luna’.

 

Tinniperarzu (Su) [šu tinniꝑe’rardzu] Topon. >tinniperu + suff. –arzu.

 

Tinniperedu Su [šu tinniꝑe’reᵭu] Topon. >tinniperu + suff. –edu.

 

Tintinnau (Su) [šu tintin’nau] Topon.

 

Tintura (sa) [ša ᵵin’tura] Topon. nel versante di Gonone, un piccolo territorio convesso alle pendici di Monte Ghirvéri. Esiste in log. e sass. il termine tintura per indicare ‘pagnotta’ (S. Dedola, Monoteismo, 99). <cfr gr. τινθός ‘cotto’ (pane e altro) con base ettimologica nell’akk. tîtum (+ -n- eufonica) ‘la nourriture, l’alimentation / il nutrimento, il cibo’ e urû ‘bowl / scodella’. Quest’ultima è in relazione con la forma del terreno del luogo, la convessità della pagnotta chiamata ‘tintùra’, un pane dalla forma di scodella rovesciata.

 

Tirchinedda [tirki’neḍḍa] Topon. Sa rutta (d)e Tirchinedda.

 

Tiresi (Su) [šu ti’reši] Topon. Il terreno, ai piedi del monte Tuttavista di Galtellì nel versante orientale, si raggiunge dalla s.s. 125 qualche chilometro prima di Orosei. È protetto ad Ovest dal monte citato e non viene mai lambito dai venti occidentali né del Nord, solo talvolta da venti orientali ma soprattutto da venti provenienti da Sud: la sua esposizione è a mezzogiorno. È una palese paronomasia capace di trarre in inganno innumerevoli linguisti: da sempre il toponimo appare composto da articolo determinativo e sostantivo e, i linguisti che lo hanno esaminato lo affiancano alla ginestra, tirìa, ma se così fosse, la terminazione –esi per ‘terreno coperto di ginestra’ (M. Pirttau, La lingua sardiana o dei protosardi, 192) potrebbe ricorrere anche in altre località dorg. ed in altri comuni sardi. <Base etimologica è akk. šūtu (2) ‘1) le vent du sud, 2) le sud, le midi, face au sud / 1) il vento del sud, 2) il sud, il mezzogiorno, faccia a sud’ + rēṣu * ‘allié / alleato’, šūtu rēṣu > su tiresi con il significato complessivo che nel dorg. di oggi si direbbe ‘cara a sole’.

 

tirìa [ti’ria] s.f. Bot. Falsa ginestra. Ginestra spinosa (Calycotome villosa). Allev. Ricercata dalle capre. Secondo molti non è pianta mellifera. È una buona legna per il fuoco. Att.Um. Si utilizza per siepi secche. -arzu [tiri’ardzu] s.m. 1 Terreno coperto di ginestre. Folto cespuglio spinoso di ginestra. 2 compone Topon. Su tiriarzu [šu tiri’ardzu]. <akk. ṭerû ‘graffiare, penetrare in profondità’ (S. Dedola); gr. αθηρέις ‘appuntito, pungente, spinoso’.

 

Tiscali [’tiškali] Topon. <la sua posizione difficilmente raggiungibile fece di questo mitico Monte il simbolo della resistenza delle popolazioni šardana alla penetrazione romana nella valle del Cedrino verso le montagne del Supramonte. La base etimologica dell’oronimo è in un composto sum. teš2 ‘pride / orgoglio’ + ḫala ‘quota di eredità’ col significato complessivo di ‘retaggio dell’orgoglio’ (S. Dedola, Topon. p. 653).

 

Tittiddai [tittiḍ’ḍai] Topon. <base etimologica sembra essere sum. ti ‘bird / uccello’ replicato in forma esaltativa. Forse era luogo prediletto da una particolare varietà di uccelli (titus, –i «titi sunt columbae agrestes» in OCE, II, p. 590), in proposito cfr tidori ‘colombaccio’, + suff. territoriale –ai.

 

Tittulìa [tittu’lia] Topon. <a tutta prima si direbbe ‘luogo della sporcizia’, vd tettulìa, ma la base etimologica di questo terreno seminativo è akk. tîtum ‘la nourriture, l’alimentation / il nutrimento, il cibo’ per la produzione di orzo.

 

toa [’tɔa] s.f. Bot. Salice (Salix atrocinerea). Conosciuta come pianta mellifera. Artig. Il legno di esemplari particolarmente sviluppati si adoperava per fare il giogo per i buoi (juale) per arare le vigne, stante la flessibilità e la resistenza che consentiva di fare juales lunghi che permettevano ai buoi di passare in filari diversi. I rami flessibili e resistenti erano usati per fare sos chircos de s’ispesale. Salice comune (salix alba L.). Vetrice (Salix viminalis)  compone Topon. Sa toa [ša ’tɔa]. <akk. ṭubbû ‘inzuppato’ (S. Dedola).

 

Toculas Sas [saš ’toculas] Topon. in regione di Iloghe confina con Buscài e Nastallài. Vi si lavorava l’argilla per diversi manufatti come brocche, anfore, tegole.

 

Toddeitto [toḍḍe’itto] Topon. <il territorio circostante è alquanto secco e privo di fonti d’acqua ma la località è posta nei pressi di Fùili ed il luogo così denominato, abitato fin dalla remota antichità da diverse popolazioni (sardiani, nuragici, fenici, romani) sembra un composto con base etimologica in akk. tullû ‘décorer, orner / decorare, ornare’ + –itto suffisso che indica ‘sorgente d’acqua’, vd aram. ittsa ‘scaturire’ o fenicio iṣ’ ‘fuoruscire’ col significato complessivo di ‘(luogo) ornato di sorgente d’acqua’. vd anche Goritto, Lanaitto.

 

Toddoschi [toḍ’ḍoški] Topon. a W di Dorgali, a fianco a Su Campu de Santa Elisabetta e non distante da Tolòi. Toddoschi è attraversato da un ruscello che afferisce a Frummeneddu: qua e là sono presenti piccoli istrùmpos che negli anni piovosi sono piccole cascatelle d’acqua di quel corso. Una fitta vegetazione di ontàni e di altre piante acquatiche riprende il sopravvento, di tempo in tempo. «Propenderei a vedere Toddoski come un composto sumero-accadico (processo del tutto legittimo poiché l’accadico si schiacciò nel tempo sopra il sumerico e i due vocabolari si fusero). Quindi propongo akk. ṭuddu ‘way, path / via’ + sum. usuḫ ‘tree / pianta, albero’: il composto significherebbe ‘la via degli alberi’» (S. Dedola, corrisp. privata).

 

Toloi [to’loi] Topon. Situato ad Ovest del paese, a valle del cimitero verso Istìpporo, è sede di un antico villaggio nuragico assai esteso, oggi ridotto a poche capanne perché depredato delle pietre per edificare case e muri di recinzione. <Base etimologica sembra essere la voce sumera dul ‘coprire’ incrociata con akk. tulû, telû ‘mammella’ per la forma degli edifici nuragici, vd gr. θόλος, –ου ‘la tipica costruzione mediterranea’ (OCE, II, p. 119).

 

Tomes [’tomes] Non è dato sapere chi abbia proposto la denominazione con cui il monumento preistorico è conosciuto: nelle pubblicazioni, forse in uno slancio di esotismo, è stato proposto un iniziale th- del tutto inspiegabile che sembra riferirsi ad un Thomas (?). Nella interpretazione dei linguisti sembra non esserci dubbio sul fatto che si riferisca ad un Tommaso (?). Tuttavia, se t(h)omes fosse legato ad un personaggio non si capisce proprio chi possa essere stato: il territorio su cui è eretto il monumento, per secoli appartenne a Galtellì e fino all’acquisto dei terreni di Isalle-Orroùle sul finire del XIX sec. per conto dei Dorgalesi non fu terreno di proprietà. Ammettendo che vi abitasse un individuo, il nome personale, sia a Galtellì che a Dorgali, sarebbe Tomméu oppure, la forma più recente Tonnasu. Pertanto il nome cela un significato diverso da quello che da tempo immemore gli è attribuito. <La voce aram. šēn ‘dente’, come anche il sostantivo ebr. šēn ‘dente, zanna (said of mountains)’ hanno base etimologica nell’akk. šinnu ‘dent / dente’. Dunque non di sorgente (s’Ena) si tratterebbe ma invece di un riferimento alla forma della stele che si staglia come fosse una zanna fra le altre pietre di dimensioni più ridotte. Nel sardo di oggi si ricorre ancora all’idea di dente de muru, dente de monte per intendere sporgenza di un muro, roccia isolata in accezioni edilizia e geologica. Quella zanna (la stele) non appare dritta nella posizione verticale: è visibilmente inclinata su un lato, pendente (leaning) come la torre di Pisa, come se dovesse cadere da un momento all’altro. La seconda –e di šēn è paragogica. Nel parlare dorgalese attuale non si registra verbo, avverbio o locuzione che possa metterci sulla pista ma, in diversi comuni ogliastrini (vd Cuàste di E. Nieddu p. 630-631) si ha il verbo tòmere (Villagrande Strisàili), tomìri (Lanusei) col significato di ‘pendere, essere inclinato, sbandare, oscillare’ da cui si ottiene la locuzione avverbiale tomes-tomes ‘in equilibrio instabile, barcolloni, oscillando, con pericolo di rovesciarsi’ (E. Nieddu, cit. p. 631). Anche G. Spano (p. 424) registra tomàreAndare cun sas manos in terra e pes in altu’. Corominas (V, p. 539) produce un antico fr. tumer, occitano tumà, cat. tombar, italiano antico tomare per ‘cadere’. In dorgalese è rimasto il v. tambare [tam’bare] col significato di Smuovere. Spostare. Spingere. Oscillare. No chirco (d)e tambare a nemos! [no n ’kirko ε tam’bar a ’nemoš] Non cerco di smuovere nessuno. Metaf. No che tambo: [no n kε ’tambo] Non ci arrivo, Non riesco a capire. Dallo stesso v. ha origine tamba-tamba [’tamba ’tamba] locuz. v.le (da participio iterato) Incedere incerto, insicuro, barcollante. Andare ~: [aŋ’ḍarε ’tamba ’tamba] Andare barcollando da una parte all’altra. Cozzare. -au [tam’bau] 1 Part.pass. nei significati del v. 2 agg. Psicol. Matto. Spostato di testa. La base etimologica è akk. tamû 2) Religion Magie ‘est ensorcelé, est maudit, on lui a jeté un sort / è stregato, è maledetto, è vittima di un sortilegio’, si tenga conto che [u] è bilabiale come [b] + –are terminazione infinitiva. Insomma, Sene tomes [’šene ’tomes] Topon. e Archeol. non fu certo la denominazione iniziale del sito archeologico ma diventò epiteto per la pendenza della stele, come una dente a chìlliu [una ’ᵭεnt a ’killiu] un dente penzoloni, pronto a cadere.

 

Tortusinele [tortuši’nele] Topon. nella regione di Iloghe.

 

Traes (sas) [šas ’traes] Topon.

 

Tràinu1 (Su) [šu ’trainu] s.m. Geol. e Topon. nel rione di Santu Lussurzu. Si tratta di pendìo usato come sistema fognario a cielo aperto per farvi scorrere liquami con l’aiuto delle precipitazioni. Tràinos erano presenti in diversi rioni del paese, vd la parte alta de Sa Lepora con prosecuzione in Su (b)acu, Su (s)urvàle e Su cossu. <base etimologica è akk. tarā’um ‘portar via’ > lat. trahō ‘trascino, tiro, trascino con violenza’ (OCE, II, p. 592).

 

Trammammele [trammam’mele] Topon. confina con Piriundu regione di Isalle, su (b)Acu (d)e Trammammele [šu ’aχu ε ᵵrammam’mεlε]. <base etimologica è akk. tarammu ‘parte del corpo’ + mele che sembra ricalcare l’akk. mīlu ‘piena stagionale’, ad indicare che in quell’avvallamento scorre solo l’acqua di piena stagionale.

 

trau (Su) [šu ’ᵵrau] s.m. 1 Zool. Toro. 2 Topon. Su trau. <base etimologica sum. tar ‘to cut down / abbattere’ con successiva metatesi (tar > tra) + u ‘horn / corno’ (S. Dedola, Faeddarzu, p. 1316) > lat. taurus.

 

traversa [tra’βεssa] (rs>ss) s.f. 1 Asse trasversale nel carro a buoi. 2 Traversa. Incrocio di strade. compare in Topon. Sa traversa (d)e Iloghe, Sa traversa (d)e (G)Arteddi, Sa traversa (d)e Ulìana. <vd traessa.

 

trempa [’trempa] s.f. 1 Geol. Dirupo. Balzo. Costone montano. Declivio. Bordo precipite. Erta. ≥ attrempare. compare in Topon. Sa trempa (d)e Littu [ša ’ᵵrεmpa ε ’littu]. Trempa niedda [’trεmpa ni’εḍḍa]. -àle [trεm’palε] 1 s.m. Geol. Costone. chi semenat su lande in sos trempales (GCB, Raighinas, p. 35). 2 Topon. <akk. ṭerûm ‘penetrare, sfregare all’interno’ + pûm ‘apertura, fessura’, come dire suolo franoso (S. Dedola, Faeddarzu, p. 1319).

 

trocu [’trocu] s.m. Geol. Forra. Solco. Canalone. Erosione dovuta a passaggio di grande massa d’acqua piovana. Scoscendimento. Smottamento. compare in Topon. Sos Trocos [šoš ’troχoš], Trocu (d)e murta [’troχu ε ’murta]. ≥ istrocare. <base etimologica potrebbe essere akk. ṭerû ‘scavare profondamente’ ma sembra ancor più congruo il composto sum. tur ‘to break / spezzare’ + kud ‘to cut / tagliare’, ripetizione che esalta il concetto di scavo diffuso in tutto il Mediterraneo > basco troka, cast. torco.

 

tumba [’tumba] s.f. Tomba. compare in Topon. Tumba (d)e su gigante. <sum. tun ‘contenitore, cassa’ + ba ‘vessel, urn / vaso, urna’ col significato originario di ‘teca che contiene (il morto)’ (S. Dedola, Faeddarzu, p. 1336); gr. τύμβα, lat. tumba.

 

Tuppeddìe (Sa) [ša tuppeḍ’ḍie] Topon. non distante dall’attuale abitato, a Nord del paese. Terra vulcanica che forma unu cucurìnu lavorato a vigna. È sempre stato un rompicapo, specie per la sua resa grafica che proponeva diverse ipotesi fra cui sa tuppa (d)e Dìa ‘il cespuglio di (Andr)>dia, soluzione più vicina al senso del sardo attuale. Paronomasia! A Dorgali si sostiene che le precipitazioni non avvengano in eguale misura su tutto il territorio: a volte, si dice, proet a funes, la ghettat a funes: più abbondanti in una zona e meno abbondanti in un’altra. Il riferimento non è alla corda, semplicemente, in akk. zunnu è ‘pluie / pioggia’ (interdentale [z] > labio dentale [f]). <base etimologica è akk. šatû ‘boire, être inondé / bere, essere inondato’ + akk. pedûpadû ‘épargner, libérer / risparmiare, liberare’ e, il composto šatû-pedû ebbe il significato originario di ‘risparmiato dalla grande inondazione’, cui si aggiunge il suff. territoriale ebr. –ìu > –ìe.

 

Tupponella [tuppo’nella] Topon. S’arcu (d)e Tupponella. in F. Fancello p. 24.

 

Tuppusone [tuppu’šone] Topon. Sa rutta (d)e Tuppusone non distante da sa rutta (d)e (B)arisone. Posta in una parete di roccia accessibile attraverso la scalata di una suludra (vd) o, dall’alto, per mezzo di funi. All’interno è contenuto un simbolo fallico in granito, scolpito (info: T. Deplano). <base etimologica è babilonese ṭubû ‘un genere di canna’ + suffisso accrescitivo.

 

Tusorzos (Sos) [šos tu’šordzos] Topon. vd tusorzu.

 

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