Toponimi P

Pp

 

padente [pa’ᵭente] s.m. il significato odierno è generico, indica Bosco, Boscaglia, ma il vero significato è stato Selva impenetrabile, stante la vegetazione della Sardegna. Sin. metterarzu (vd). ≥ ispadentare. Topon. su Padente [šu ꝑa’ᵭεntε]. <nell’accezione di selva impenetrabile la base etimologica è akk. pâdu ‘faire prisonnier, capturer / fare prigioniero, catturare’ certamente per i cespugli e gli arbusti spinosi ma, un’altra base etimologica  passa attraverso gr. φάτην, πάθην ‘mangiatoia’ (cfr padente), la cui base etimologica è akk. patna, patnu ‘il mangiare’, vd akk. patānu ‘prendre un repas, manger un repas / prendere un pasto, mangiare un pasto’ (OCE, II, p. 218).

 

pala [’pala] s.f. 1 Anat. Scapola. Spalla. Mi dolet una pala [mi ’ᵭolεᵭ una ’ꝑala] Mi fa male una spalla. Tremenda ruche / chi juco a pala (P. Mereu). Scapola. Si m’at fattu unu nudu in sa pala, a mi l’iscarias? [ši m a ’ffatt unu ’nuᵭu i ssa ’ꝑala – a mi l iš’kariaš] Mi si è fatta una contrattura sulla scapola, me la massaggi? In stato costrutto pali-(f)alau [pali-a’lau] agg. Psicol. Dimesso. Moscio. Deluso (vd it. ‘mi cascano le braccia’). 2 Grembo.  3 Tecnol. Pala. Badile.  4 Antropon. è ampiamente documentato nel Condaghe di S.M. di Bonarcado e ciò attesta la sua antichità.  5 avv. al plurale ha valore di prepos. in palas, Dietro. Jeo fippi settiu in palas: Io sedevo dietro. a palas, Dietro. Cola.ti.che a palas: Passa dietro.  6 Geol. Parete rocciosa. Pendìo. Falesia. Falda. Ch’est creschia in una pala (d)e monte cuss’eliche: [k εš ’krešk i ŋḍ una ’ꝑala ε ’montε χuss ’eliχε] È cresciuta in una parete rocciosa quella quercia. compone Topon. sa Pala (d)e s’abbila [ša ’ꝑala e ss ’abbila], sa Pala (d)e su juale [ša ’ꝑala e ssu žu’ale], sa Pala (d)e saddiscru [ša ’ꝑala e ss aḍ’ḍiškru]. <sum. pa ‘ala’ + la ‘sospendere, legare’ col significato di ‘ala sospesa’ > lat. pala ‘badile’ (S. Dedola, Faeddarzu, p. 984).

 

Pantaleo [panta’leo] Antropon. m. Pantaleo e Topon. In cima ad una collinetta adiacente al fiume Cedrino svetta ancora la chiesetta, costruita nel 1668 in periodo spagnolo (DiStoSa, p. 1406), dedicata al santo. Il luogo tuttavia, era famoso non per quel tempio o per il santo festeggiato il 26 di luglio quanto, invece, per una copiosa fonte le cui acque erano ritenute le migliori fra le innumerevoli del territorio dorgalese. Oggi, il tempio si raggiunge in barca perché circondato dalle acque limacciose dell’invaso del Cedrino, mentre la fonte è totalmente ricoperta dal lago. <il nome Pantaleo è attestato nel condaghe di San Pietro di Silki (317) ‘Andria Tunba cun .iiij, fiios suos, e preuiteru Pantaleo’. La presenza del nome nel condaghe, benché di epoca posteriore alla dominazione bizantina, attesta la remota diffusione del nome, forse precedente i romani. L’origine del nome personale si trova nell’akk. pānāt ‘devant, en face de / davanti, di fronte a’ + lē’û ‘puissant, habile / potente, abile’. Per il toponimo, Santu ha base nell’akk. šatû ‘boire, faire boire, être irrigué / bere, fare bere, essere irrigato’ + pānāt ‘devant, en face de / davanti, di fronte a’ + lē’u ‘puissant, habile / potente, abile’.

 

Pappadosa [pappa’ᵭɔša] Topon. È il terreno che segna il confine fra il territorio di Dorgali e quello di Galtellì sulla SS 129 Trasversale sarda. Si tratta del bordo N del plateau di Iloghe da cui ha inizio la piana alluvionale della Baronia di Galtelli: un pendìo, famoso per le curve. Le inondazioni più devastanti delle piene del Cedrino hanno origine da questo luogo. <base etimologica è akk. palāšu ‘inondare’, con reduplicazione della prima sillaba pa-palāšu > pa-(p)padoša, vd paùle.

 

parta [’parta] s.f. 1 Cortile. Piazzale antistante o annesso ad una costruzione. Zoviàe a parta (d)e cresia [dzoβi’aε a ’parta ε krešia] Venite nel piazzale (di fronte a) della chiesa. Sa parta (d)e sa dommo [ša ’ꝑarta ε ssa ’ᵭɔmmo] Il cortile di casa. 2 Area sottostante una pianta ricoperta dalla sua ombra o dai suoi frutti caduti. Sa parta (d)e s’ulìa [ša ’ꝑarta ε ss u’lia] 3 Metaf. Tappeto o strato di qcs. A su (b)entu chi at fattu best sa parta in terra (d)e su pessiche, [a ssu ’entu χi a ’ffattu b εs sa ’ꝑart in tεrra ε ssu ’ꝑessiχε] Il vento ha buttato giù tutte le pesche dalle piante. 4 compone Topon. sa Parta (d)e su chervu [ša ’ꝑarta e ssu ’cervu]. -ichedda [parti’χεḍḍa] s.f. dim. Piazzuola. <akk. parāsu ‘diviser, séparer, partager / dividere, separare, dividere in parte’ > parsu ‘parte, porzione’ > lat. pars, partis ‘parte, porzione, frazione’ (OCE, II, p. 505).

 

Partale [par’tale] Topon. e Idron. Riu Partale in salto di Iloghe, confina con Sa Linna niedda e Sa chidonza. È terreno in piano. >parta.

 

Partassette [partas’sette] Topon. in direzione Lanaitto. Terreno in cui alcuni individui erano intenti a dividere in sette parti il bottino di una grassazione (info: Innassiu Mura).

 

parte [’parte] s.f. Parte. Porzione. Quota. Spettanza. Lan partìu e ndat tocau una parte peròmmine [l an par’tiu ε ŋḍ a tto’χa una ’ꝑartε pe’romminε] Lo hanno diviso e ne hanno dato una parte a ciascuno.  compone Topon. Sa parte (d)e (f)oras [ša ’ꝑart ε ’ɔraš]. <vd parta.

 

Pasadorzu [paša’ᵭordzu] Topon. Sa ruche (d)e su pasadorzu [ša ’ruχ ε ssu ꝑaša’ᵭordzu]. >pasare.

 

Paschedda [paš’keḍḍa] Topon. Archeol. Il luogo, ormai inglobato nell’abitato, sovrasta Su (b)Acu come anche uno scavo adiacente la circonvallazione a valle che doveva fungere da deposito per le corriere dell’ARST. Proprio sopra questo si trovano i complessi scolastici nuovi della scuola media e della primaria. Nel 1980 venne individuata una conchedda de janas [χon’kεḍḍa ε ’janaš] risalente ad un’epoca compresa fra 4300 e 2400 a. C. Nel marzo del 2011 venne inaugurato il parco pubblico Paschedda.  <«potrebbe derivare da un personale f. Paschedda che ha trasmesso il nome al luogo» (R. Loi, tesi di laurea). Tuttavia, è più congrua una base etimol. akk. pašḫu ‘reposant, apaisant, paisible, procurant du repos, tranquille / riposante, rassicurante, pacifico, che procura riposo, tranquillo’, dal v. pašāḫu ‘être tranquille, calme, pacifié, au repos; se reposer; trouver du réconfort; laisser reposer / essere tranquillo, calmo, pacificato, a riposo; riposarsi; trovare del conforto; lasciare riposare’ + akk. ellu ‘ritualmente puro’, pašḫu-ellu ebbe il significato di ‘(luogo di) riposo ritualmente puro’, il che attesta che le dommos de janas furono dei monumenti funerari.

 

paulattu [pau’lattu] s.m. Pozzanghera. Pantano. Come si nota da suffisso agg.le –attu, pur derivando da paùle che ha (aveva) carattere perenne, si tratta di ristagno d’acqua dovuto a condizioni del terreno incapace di drenare forti precipitazioni episodiche, stagionali. compare in Topon. Paulattu (d)e sa Favorita [pau’lattu ε ssa faβo’rita]. >paùle.

 

paùle [pa’ule] s.f. Geol. Palude. Topon. Sas Paùles [šaš pa’ules]. Sa paule (d)e Biriddo [ša ꝑa’ul e bi’riḍḍo]. Sa Paule (d)e Dorrisolo [ša ꝑa’ul e ᵭor’rišolo]. Sa Paule (d)e Dugulana [ša ꝑa’ul e du’gulana]. Sa Paule (d)e Fruncu Oddunue [ša ꝑa’ul e vrunkuḍḍu’nue]. Paule Marras [pa’ule ’marras]. Paule Porcarzos [pa’ule ꝑor’kardzos]. ≥ appaulare. paulattu. <base etimologica è akk. palāšu ‘inondare’ > lat. palūs, palūdis (OCE, II, p. 502).

 

Paulesa [pau’leša] Topon. a NE del territorio di Dorgali, confina con Marianna Carvone, Campu (d)e Domestiches, Su Barcu. Il nome compare come nome personale Petru Pianuc… Coiuvedi cun Paulesa ki fuit libera nel CSMB (116, 121). Fino al 1838 fece parte delle proprietà del feudatario estese fino a comprendere Littu. <è probabile che il nome di una donna proprietaria del fondo abbia dato nome al terreno.

 

Peatzu [pe’attsu] nel Topon. su peatzu (d)e Marras [šu ꝑe’attsu e ’marras]. Indica il punto sul Cedrino, oggi sommerso dalle acque dell’invaso, in cui, intorno al 1825, il sindaco Paolo Marras Tolu fece costruire, a proprie spese, un pontile per l’attraversamento del fiume (cfr G. Pisanu, p. 88) non esistendo ancora alcun ponte. <il termine è cat. peatge ‘pedaggio’.

 

piatza [pi’attsa] s.f. Piazza. Area vuota nel centro abitato. Essìre a piatza [es’sir a pi’attsa] Uscire per andare in piazza. So andande a piatza ca est die (d)e mercau [šo aŋ’ḍaŋḍ a pi’attsa χa εr di ε mer’kau] Vado in piazza perché è giorno di mercato.  compone Topon. ~ de mercau, ~ de su Cùcuru, ~ de Santa Luchìa, ~ de Matteu. <sum. par ‘suddividere’ + tab ‘rompere in due’ (S. Dedola, Faeddarzu, p. 1040); akk. parāsu ‘allargare’, palku ‘ampio, largo’, >gr. πλατύς ‘largo, ampio’, lat. platēa ‘via grande, piazza’ (OCE, II, p. 234 e 520).

 

picàda [pi’caᵭa] s.f. 1 Salita rettilinea. Rettifilo. In dorg. per ‘salire’ si usa antiare, attrempare, pitziccare. Picare in dorg. significa ‘prendere’ perciò, o si tratta di un unico relitto linguistico oppure è un prestito. 2 Topon. Sa picada [ša ꝑi’χaᵭa]. >picare.

 

picca [’pikka] s.f. Truogolo. Recipiente realizzato con scavo o incisione su pietra o legno in cui si abbeverano o si versa il cibo per gli animali.  Topon. sa Picca (d)e su chervu [ša ’pikka e ssu ’cervu]. <akk. pīḫu ‘cruche à bière / boccale per birra’ > cat. pica ‘conca, vasca’.

 

Picchìo [pik’kio] 1 Topon. Archeol. Nurache (d)e Picchìo [nu’raχ ε pik’kio] all’estremo N del territorio dorgalese, al confine con Orosei, sui bordi di uno strapiombo. <A tutta prima si direbbe una specificazione di proprietà del Nuraghe da parte di persone dal cognome (o nome di famiglia / lummene de eressia) Picchìo-Fronteddu, realmente esistenti in Dorgali ancora oggi. Se così fosse, resterebbe da capire quale fosse l’origine di tale nome di famiglia, ma forse è più adeguato, sul piano metodologico, procedere con una ipotesi etimologica del toponimo, da cui può derivare il nome di famiglia, e non il contrario. Per il tipo di terreno angusto in cui svetta il nuraghe, base etimologica è akk. pīqu ‘passage, puits, bouche: étroit, serré, confiné; endroits étroits, confinés / passaggio, pozzo, bocca: stretto, serrato, isolato; luoghi stretti, isolati’, + suff. territoriale ebr. –ìo. L’isolamento di cui narra l’etimologia ci racconta di una famiglia confinata, in isolamento dal consorzio umano. Oppure ci dice di un territorio malagevole posto al limitare del limes fra popolazioni diverse: si propende per questa seconda ipotesi. 2 Antropon.

 

Piodade [pio’ᵭaᵭe] Topon. Firmu tra Santa Rughe e Piodade (G. Mulas, p. 85). <forse corruzione di Piedade ma, nessuno sa a cosa si riferisse il poeta. S. Monni spiega che si trattava della costruzione in cui aveva sede il Monte granatico, a fianco al campanile della chiesa di S. Caterina.

 

pira [’pira] Bot. Pera e Pero. Pira buttìru, ~ buttones d’àinu, ~ brutta e bona, ~ de ierru, ~ Antoni Sale.  compare in Topon. sa Pira [ša ’ꝑira]. <base etimol. è akk. peru ‘ornamento di pietra’, richiamante la forma a goccia del frutto e della perla, ma anche peru, piru ‘germoglio’ per la stessa forma; un numero di diverse centinaia di qualità del medesimo frutto era presente fino a qualche decennio da epoche molto lontane.

 

Pirapinta [pira’ꝑinta] Topon. oggi si individua nel salto di Iloghe ma la località era sita in territorio di Nùrule (documento del 26 novembre 1755, in Dorgali nei documenti di archivio, p. 232). <vd etimo di pira + agg. pinta, da v. pintare, ‘colorata’, si tratta di una qualità di pera la cui buccia verde intenso assume una colorazione rosso vivo su un lato, come la qualità Williams di oggi.

 

Piras arvas [’piraš ’arvas] Topon. nel salto di Isalle. Itte disfortunadu ch’est istadu / a chie no at bistu su treatu / eris in Piras arvas an zocadu / un’iscuàdra (d)e fùbbalu s’an fattu / e a zocare an cumnetzadu eris (P. Delussu). <vd etimo di pira a cui si aggiunge l’agg. akk. arbu ‘pas cultivé / non coltivato, incolto’, dunque Piras arvas fu ‘(luogo di) peri incolti’, come dire di perastri di cui l’intera isola abbondava.

 

Pirastredu [piraš’treᵭu] Topon. nel salto di Isalle indica ‘terreno coperto di perastri’, vd pirastr(u) + suffisso lat. –etum > dorg. –edu.

 

Pirastroneddu [piraštro’neḍḍu] Topon. ormai in pieno centro abitato, nel percorrere la via Lamarmora in direzione N-S, è la zona che precede Càstula, edificata intorno agli anni ‘50 del XX sec. <mancano attestazioni storiche e questo toponimo non sembra riferirsi ad episodio noto né a caratteristica del territorio. Il nome potrebbe avere origine da pirastru (vd) + akk. nadû 3) ‘faire tomber, renverser, jeter à terre / fare cadere, abbattere, gettare a terra’, pirastru-nadû > Pirastroneddu.

 

Pirischè [piriš’ke] Topon. nella parte Nord dell’abitato, è noto per la grande quantità di acque, come se fosse adagiato sopra un debordante lago sotterraneo. È terra vulcanica con tratti di notevole presenza basaltica. <base etimologica è akk. perṣu, ebr. pereṣ ‘irruzione di acqua, traboccamento, trabocco’, cfr akk. parāṣu, ebr. pāraṣ ‘traboccare, scorrere’ (OCE, II, p. 521) + sum. ki ‘place / posto, luogo’ col significato originario di ‘luogo dove traboccano le acque’.

 

Piriundu [piri’uYḍu] Topon. è una collina al confine con su (b)acu (d)e Trammammele, fra i salti di Orroùle ed Isalle. La sommità della collina è piatta e si eleva di almeno un centinaio di m sui territori circostanti. <base etimol. è un composto sum. piriĝ ‘leone, toro selvaggio’ + un3 ‘high / alto’ + du8 ‘platform’, col significato originario di ‘alta piattaforma del toro selvaggio’. L’epiteto di Toro selvaggio è rivolto al Sole e dunque al Dio Toro, manifestazione più immediata della forza divina del Dio sommo.

 

pischina [piš’kina] s.f. Pozzanghera. Pozza d’acqua piovana. Pozza d’acqua e fango. Si ch’est intrau a una pischina a tzacculare [ši k εšt in’trau a una ꝑiš’kin a tsakku’larε] È entrato in una pozzanghera a sguazzare. Abba de una pischina / a bier chervu t’abbassas / e sa (d)e funtana lassas / pura, frisca e cristallina (M. Murenu).  ricorre in Topon., vd. <base etimol. si direbbe un composto sum. piš ‘forra, spaccatura’ + akk. kīnu ‘permanente’.

 

Pischina ambidda [piš’kina am’biḍḍa] Topon. È una polla d’acqua, oltre Su (G)ortéi. Il nome composto, ma privo del de di specificazione fra i due lemmi, dice della polla d’acqua popolata dalle anguille. Il rio Su (g)ortéi alimenta questa polla, in seguito le acque confluiscono a Mamuàda e infine a Osalla. <vd pischina e ambidda.

 

Pischinas Donni [piš’kinar ’donni] microtopon. Nel salto di Isalle. È una forra con più polle dove si raccolgono le acque di due ruscelli che si gonfiano con le acque di compluvio dei terreni soprastanti di Orroùle, di Sos trocos, di Piriundu. <vd pischina, mentre Donni dovrebbe avere base etimologica in akk. dunnu ‘la puissance, la force / la potenza, la forza’ ma anche ‘le substrat rocheux’: nel primo caso sarebbe termine esaltativo della portata d’acqua o dell’impeto di quella, mentre nel secondo caso si legge il riferimento all’apporto di detriti trasportati dalle acque.

 

Pischina Neulè [piš’kina neu’le] Topon. Nel territorio di Neulè. Nella zona convergono acque di diverse fontane dei terreni circostanti fra cui le acque della palude di Dugulana ma anche di Lacos de Littu. Quelle acque, che in periodo di precipitazioni meteoriche sono abbondanti, alimentano la Pischina Neulè, una forra che si riempie sporadicamente, come anche Pischina Niedda, sempre in territorio di Neulè.

 

Pischina Niedda [piš’kina ni’eḍḍa] Topon. in territorio di Neulè, confina con su (G)olléi e con Sa sorichina: vd quanto detto in proposito di Pischina Neulè. L’agg. ‘niedda / nera’ ha origine nel colore scuro del fondo basaltico di questa polla per cui sembra nera anche l’acqua ma, quando questa è attinta, è perfettamente incolore.

 

Pischinas [piš’kinas] Topon. a Cala Gonone, sopra Pranos. Sono due conche di calcare bianco che, in occasione di forti precipitazioni si riempiono di acqua piovana. A Gonone non esistono piscine create da corsi d’acqua e se fossero polle pescose di anguille e trote, sarebbero note ai pescatori. Dunque è paronomasia, niente a che vedere con le piscine. <base etimol. è akk. puṣu ‘blanc / bianco’ (cfr pūṣ ēni, pūṣ īni ‘le blanc de l’oeil / il bianco dell’occhio, la sclera’) + enûm ‘endroits: changer, modifier, transformer / luoghi, zone, settori: cambiare, modificare, trasformare’ col significato complessivo di ‘luoghi bianchi che si trasformano’.

 

pistiddori [pištiḍ’ḍori] s.f. Bot. Ortica comune (urtica dioica L.).  Topon. a fianco a Sa carrera de s’Arenarzu. >pisti. <akk. pištu ‘une insulte, une injure, un scandale, une invective, une calomnie, une obscénité; pištu uppušu: maltraiter quelqu’un, malmener quelqu’un / un insulto, una ingiuria, uno scandalo, una invettiva, una calunnia, una oscenità; pištu uppušu: maltrattare qcn, malmenare qcn’ + idû ‘fare l’esperienza di’ + suffisso -(o)ri: pišt-idu-ri ‘far provare a qcn un gesto di violenza’. Si tratta di punizioni corporali inflitte, fino a tempi non lontani, con l’ortica sul fondoschiena di persone che si erano macchiate di qualche ingiuria o furto o scandalo: dalla comminazione della pena si è passati a nominare lo strumento con cui si realizzava la punizione.

 

Pistiddu [piš’tiḍḍu] Topon. in regione di Iloghe, nei pressi di Bovori, Su Crastacane, Molimentos, è terreno pascolativo (info: Nino Ungredda). Massimo Pittau descrive ‘cippo o pietra messa come segno per indicare proprietà fondiaria oppure per indicare dove si è passati in campagna’.

 

pittu [’pittu] s.m. Geol. Sommità. Vetta. Cima. ricorre in Topon. Pittu (d)e iscala [’pittu ε iš’kala] Sommità del sentiero. cfr iscala. <base etimol. è bab. pīt ‘apertura’, akk. pīt pî ‘ouverture de la bouche / apertura della bocca’, akk. pītu ‘apertura, fessura, breccia’ anche nel corpo e nella bocca.

 

pizu [’piddzu] s.m. Geol. Cima. Vetta. Sommità. Topon. su Pizu (d)e mala mente [šu ’ꝑiddzu e ’mala ’mente], su Pizu (d)e manimundu [šu ’ꝑiddzu e mani’muYḍu], su Pizu (d)e Mameli [šu ’ꝑiddzu e ma’meli], su Pizu (d)e tzia Maria Teresa [šu ’ꝑiddzu e ’tsia ma’ria te’reša], su Pizu (d)e su suerzu [šu ’ꝑiddzu e ssu šu’erdzu]. <base etimol. è akk. pittu, pītu ‘fascio, mucchio’ (S. Dedola, Topon., p. 547).

 

POA [’pɔa] Topon. s.f. Sotto il caseggiato delle vecchie scuole elementari di Càstula aveva sede la scuola per la formazione professionale.

 

Poddiche [’poḍḍicε] vd topon. Zorzi Poddiche.

 

Poddinosa [poḍḍi’nɔša] Topon. Si trova a fianco a S’Ulumu, nel salto di Iloghe. È terreno pascolativo in quanto, per buona parte dell’anno è impraticabile a causa dell’acqua che ristagna in superficie. Il nome significa precisamente ‘collosa’, ‘appiccicaticcia’. <in relazione semantica con poddine (vd).

 

ponte [’ponte] s.m. 1 Archit. Struttura provvisoria o durevole che consente di unire due sponde diverse oppure salire verso l’altezza di una costruzione. Ponte. compone Topon. 1 Su ~ (d)e sabba arva. 2 Su ~ (d)e (f)untana (oggi coperto). 3 ~ (d)e Roseddu  (oggi coperto). 4 ~ e su Rosariu  (oggi coperto). 5 ~ Melone (oggi coperto). 6 Su ~ (d)e frùmmene, il primo fu inaugurato nel 1866. 6 Su ~ (d)e su seccattu. 7 Su ~ (d)e Bittelotte. 8 Su ~ (d)e Dughine. 9 Su ~ (d)e Imanza. 10 Su ~ (d)e Oddurue. 11 Su ~ (d)e Secajuales. 12 Su ~ (d)e Su (g)ortei. <la base etimologica passa attraverso sum. pa5 ‘canale’, akk. pātu pattu ‘canal, frontière / canale, frontiera’, gr. πόντος ‘mare’, lat. pōns pontis ‘ponte’ (OCE, II, p. 238).

 

Porcarzos [por’kardzos] Topon. Paule Porcarzos [pa’ulε ꝑor’kardzoš] confina con il rio sa Toa nei pressi della SS 129. <per l’etimo vd Monte Porcarzu in porcarzu.

 

Porcosu [por’košu] microtopon. confina con Locu secau e Maria Ughìa, poco discosto da S. Juanni (d)e Oroviddo e la Codin’arta. È esteso poco più di una decina di ettari ed è sempre stato considerato terreno pascolativo. Colmo di rocce basaltiche, la sua scarsa terra vulcanica è preda delle radici delle querce da sughero. Così è da sempre luogo ideale per l’allevamento suino, stante anche la vicinanza al centro abitato, sia che si consideri l’antico abitato di Santu Juanni (d)e Oroviddo, sia che si consideri l’attuale Dorgali. L’abbondanza di materiale litico consentiva alle popolazioni nuragiche di costruirvi pozzi sacri e le altre strutture peculiari a certi riti come i lavacri sacri. Il clero bizantino cercò di far rimuovere tali abitudini pagane per imporre la nuova religione cristiana in periodo alto medievale: il sito diventò così il luogo per l’allevamento di maiali e non più il luogo per i riti di purificarione attraverso i lavaggi dedicati al Dio della Natura nelle piscine. >vd Porcarzos, Monte Porcarzu e porcu.

 

porcu [’porku] s.m. Zool. Porco. Maiale. Suino. Allev. porcheddu (fino a dopo lo svezzamento), annìcru (fino ad un anno di età), porcu (superato un anno di vita), majale (per i primi tre anni), bidùstu (superati i 4 anni di vita), verre (maschio adulto da monta), sue (scrofa). Porcu (d)e padente: Maiale allevato allo stato brado nel bosco. Porcu ispadentau: Suino tolto dal pascolo brado del bosco. <la caratteristica principale del suino è quella di grufolare e scoprire la terra rendendola fertile. Tale caratteristica aprì la strada all’agricoltura e il suino fu considerato Dio della Natura feconda fra i popoli del Neolitico. Base etimol. è sum. bur ‘spargere’ + ku ‘plough / aratro’ col significato complessivo di ‘aratro fertilizzante’ (S. Dedola, Topon. p. 550), lat. porcus. vd parcu e verre.

 

Porru (Su) [šu ’porru] Topon. ormai nell’abitato, attraversato dalla circonvallazione a monte, la zona che precede Luchiddai. La prossimità della linea di scontro del massiccio calcare di Monte Bàrdia e del massiccio vulcanico e basaltico di Pirisché e Frandìna portava al distacco di massi che rotolavano nella zona adiacente, proprio a su Porru. <base etimol. è akk. (medio bab.) purru ‘una pietra tonda’, dorg. botza.

 

porta [’pɔrta] 1 s.f. solo nel sintagma Mesu-porta. Nelle cucine delle vecchie case era la porta d’ingresso divisibile in finestra, per la parte alta, e porta, per la parte bassa. All’occorrenza si apriva interamente come porta oppure parzialmente nella sola parte superiore. 2 Topon. Sa Porta [ša ’ꝑɔrta] era uno dei quattro rioni storici del paese con  Fundale, Goritto, Sa Serra. <lat. porta ‘porta, passaggio’ (OCE, II, p. 525).

 

Portellu (Su) [šu ꝑor’tellu] Topon. su (b)acu (d)e su Portellu [šu ’acu e ssu ꝑor’tellu] nel salto di Orroùle confina con Funtana niedda. È un vallo e pertanto vi scorre dell’acqua; vi sono i resti di una strada che per taluni è romana ma che crediamo essere, invece, sarda, del periodo nuragico. <cfr akk. šū ‘(pronom personnel 3^ pers. sing.) il / (pronome personale 3^ pers. sing.) egli, lui, proprio quello’, būrtu ‘lago, pozzo, cisterna’ + ellu ‘rituellement pur, propre, sanctifié, saint / ritualmente puro, pulito, santificato, sacro’, pertanto, nel luogo doveva insistere un pozzo sacro, intendendo con questo un luogo di acque ritenute sacre.

 

Pradonos [pra’ᵭonos] microtopon. nel suburbio a S del paese, sovrasta Bados e confina con Isportana. <dovette essere luogo in cui era consentito, a coloro che non possedevano terre, di pascolare il proprio scarno gregge: un prato comunistico come esisteva in ogni comune isolano da tempi remoti. Il terreno è pascolativo, mancante di acqua ma buono per il pascolo. Esiste in lat. prātum ‘prato, erba’ (Olivetti).

 

Praicarzu (Su) [šu ꝑrai’cardzu] Topon. nei pressi di Pizu (d)e malamente e di Punta Doroné. >praiche. Appena dech’annos podi’ae / e m’an picau a su Praicarzu / ca depìo fache a crapitarzu / una vedetta aerea po s’ae (P. Pireddu, Est semper ora, p. 74).

 

pramma [’pramma] s.f. 1 Bot. Palma. ~ (d)e iscòpa: Palma nana (chamaerops humilis L.). 2 sa Pramma [ša ’ꝑramma] Topon. alquanto esteso va da s’arcu (d)e su linu fino a limitare con il territorio di Galtellì. Vi svetta un nuraghe omonimo. <base etimol. è un composto akk. formato da palû, pelû ‘oeuf / uovo’ + amû ‘una pianta spinosa’ col significato di ‘pianta spinosa che produce uova’ (S. Dedola, Faeddarzu, p. 983).

 

Prammasèra [pramma’šera] Topon. a Cala Gonone. Palmasera. <il topon. doveva essere in origine pramma (d)e seda [’pramma e ’šeᵭa]: la palma nana (vd pramma) da cui si ricavavano numerosi manufatti.

 

pranedda [pra’neḍḍa] s.f. Geol. Pietra liscia e piatta. Sa Pranedda [ša ꝑra’neḍḍa] Topon. sa pranedda (d)e Luchiddai. >prana.

 

Pranos [’pranos] Topon. a Cala Gonone. <per l’etimo vd prana2, considerando che a Gonone è il solo posto pianeggiante dove poter sviluppare agricoltura. vd Gustùi.

 

preda [’preᵭa] s.f. Pietra. Sasso. ~ (d)e arrodare: [’prεᵭa ε arro’ᵭarε] Pietra per affilare. ~ (d)e arzòla: [’prεᵭa ε ar’dzɔla] Pietra dell’aia usata per la trebbiatura. ~ (d)e (f)ocu: [’prεᵭa ε ’oχu] Pietra focaia. ~ bianca [’prεᵭa bi’anka] Calcare. ~ mòlina [’prεᵭa ’molina] Basalto spugnoso. ~ razòla [’prεᵭa rad’dzɔla] Scisto.  ~ naschìnde: [’prεᵭa naš’kiŋḍε] Pietre aguzze e taglienti non ancora smussate dalla azione degli agenti atmosferici.  ~ (d)e craadùra [’pre»a e kra:’»ura]: Pietra di volta usata per la tholos del nuraghe. ~ (d)e (f)undamentu: [’prεᵭa ε uŋḍa’mentu] Pietra di fondamenta.  ~ (d)e tùcaru: [’prεᵭa ε ’tuχaru] Zolletta di zucchero. ~ (d)e sale [’prεᵭa ε šalε] Pietra di sale. Sale a ~: [’šal a ’prεᵭa] Sale grosso.  Preda (d)e contone [’prεᵭa ε χon’tonε] Pietra d’angolo. Preda (d)e (f)ilu: [’prεᵭa ε ilu] Pietra per muro.  nella specificazione delle dimensioni: ~ minuda, madura, manna. P. minuta, grossa, grande.  ~ longa: [’prεᵭa ’longa] Bétilo. ~ lada: [’prεᵭa ’laᵭa] Pietra piatta, levigata da passaggio di acqua.  Preda cappella [’preᵭa  kap’pella] nella regione di Isalle, secondo le affermazioni di Bartolomeo Fancello, ma vd alla voce cappella.  Ricorre in Topon. Predas arvas [’preᵭaš  ’arvas]. Predas de (f)ocu [’preᵭar de ’ocu] Il significato letterale è pietra focaia. È luogo di calcare bianco nella zona detta Corallìnu. A Istipporo esisteva tomba di giganti realizzata con quel tipo di pietra, evidentemente trasportato da luogo di origine (info: Istène Breòne). Preda iscritta [’preᵭa  iš’kritta] in regione di Iloghe dietro Serra Orrios: si tratta di pietre scolpite (iscritta) raffiguranti momenti di vita delle popolazioni nuragiche e rappresentazioni di natura religiosa. Preda istampâ [’preᵭ ištam’pa:] oltre le gallerie, sotto Monte longu. Assai ben visibile dal tornante sottostante il Belvedere realizzato all’uscita dei trafori. Preda isteddu [’preᵭa iš’teḍḍu] nella regione di Isalle. Segna il confine tra il territorio di Orune e quello dell’attuale salto di Dorgali ma, in origine era territorio di Isalle. Seccndo Raimondo Bonu (Piccolo Dizionario di Lingue morte, Fossataro, Cagliari, p. 177), isteddu è voce bizantina con significato di stele, sardizzato in istelu > isteddu, da intendersi come pietra di confine o di tomba o di segnalazione. Non è dato sapere se nel toponimo così nominato sia ancora visibile una pietra di segnalazione. Sas predas ladas [šaš ’preᵭa ’llaᵭaš] Nella periferia di Dorgali fra Funtana cuâ e Sos tusorzos. Preda (d)e porcu [’preᵭa e ’ꝑorku] nel salto di Isalle. Preda Ottoni [’preᵭa ot’toni] vd Ottoni. Sa Preda ruja [ša ’ꝑreᵭa ’ruja] nella regione di Iloghe. Sas Predas rujas [šaš ’preᵭar ’rujaš] nella regione di Isalle. Preda (d)e Costantinu [’preᵭa e koštan’tinu]: dovrebbe trattarsi di Costantino giudice di Gallura citato in una lettera (in data 14 ottobre 1073) di papa Gregorio VII perché il giudice di Gallura (e degli altri 3 giudicati) non dimenticasse l’obbedienza al papato: ai giudici vennero intitolati monti, valichi, iscalas, predas. ≥ appredare, impredadu, pretta. isprediare. <akk. paṭāru ‘tagliare, fare a pezzi’, akk. piṭru ‘pezzo’ > gr. πέτρα, lat. petra ‘roccia, pietra’ (OCE, II, p. 230).

 

Predosa [pre’ᵭɔša] Topon. nei pressi di Ponte (d)e su seccattu. >preda.

 

predu [’preᵭu] s.m. Geol. ricorre in Topon. e Idron. Sifone naturale nella roccia. Geol. Conca. Si tratta di vasche naturali, o artificiali, scavate dal passaggio dell’acqua delle precipitazioni fino a formare dei corsi, o dei ruscelli, che attraversano le campagne prima di affluire verso qualche torrente dalla portata più cospicua. Sono anche delle conche naturali. Come nomi di luogo sono spesso costruiti dall’insieme di nome e cognome: Predu Ele, Predu Orrari, Predu (d)e ponte. Predu Padedda (rio). Solo quest’ultimo è direttamente indicato come riu mentre i precedenti, che pure denominano territori più o meno vasti, non hanno alcuna peculiare attinenza con l’acqua. <si direbbe una forma contratta del termine geologico presettu (vd) ‘cisterna naturale’ con caduta della seconda sillaba (-se-) e su questa ipotesi concordano Pittau (UNS, 213) e Dedola (Topon. 553). Oltre al riu Predu Padedda, in un solo caso in dorg. si ha la specificazione di abba: nel zool. tziu predu (d)e abba ‘nàtrice’ (vd). Per sillogismo, gli altri predu sono di terra.

 

Predu ele [’preᵭu ’ele] Topon. nelle vicinanze del bivio per Galtellì sulla SS 125. Si basa su uno strato di pietra con poca terra. <base etimologica oltre a predu (vd) è sum. e-le, e-le-el ‘type of stone / tipo di pietra’.

 

Predu orrari [’preᵭu or’rari] Topon. Nel Monte (Gh)irvéri. È una conca sul costone del monte suddetto. Si presenta come appellativo di un individuo e la tradiz. popol. racconta che tziu Portoledda (personaggio realmente esistito nella seconda metà del XIX sec.), fermato dai carabinieri che lo trovarono armato, sostenne che si recava in caserma per portare quelle armi, declinò le proprie generalità affermando essere figlio di Predu Orrari e Marianna Carvone: i due toponimi funsero da genitori dell’astuto signore che, in questo modo, tenne le armi e si rese non identificabile. <base etimol. sembra essere akk. ḫarāru ‘creuser, excaver, faire des trous / bucare, scavare, fare dei buchi’.

 

Predu padedda [’preᵭu ꝑa’ᵭeḍḍa] Idron. Riu predu padedda, scorre nei pressi di Bonu camminu. Raccoglie le acque di altri torrentelli. Si sviluppa dopo sas Seddas de Antine, accoglie l’apporto delle acque del riu Istreccone e di riu Maidreu. In s’iscra de Nuschè termina la sua corsa confluendo le proprie acque al Frummeneddu poco prima del lago del Cedrino. <oltre a predu (vd predu2) il lemma padedda potrebbe significare ‘pentola, padella’ (lat. patella). Sarebbe fin troppo semplice, ma banale e ametodico! Invece, base etimol. è akk. ēda ‘unir, réunir / unire, riunire’ con epèntesi di /d/ interdentale nel punto di unione dei due lemmi.

 

Predu (d)e ponte [’preᵭu e ’ꝑonte] nei pressi di Ponte (d)e su seccattu e di Predosa. <non essendoci alcun ponte per superare corsi d’acqua o canali naturali nell’insieme dell’estensione territoriale di Predu (d)e ponte si può ipotizzare che ponte possa essere stato il cognome di un proprietario, seppure, come è stato più volte chiarito, in quella zona non esistevano fondi privati. Il cognome Ponte ha origine egizia e giunse in Sardegna il 19 dopo Cristo a seguito del trasferimento, ordinato dall’imperatore Tiberio, di 4.000 legionari Ebrei ed Egizi (cfr E. Pais, Storia della Sardegna e della Corsica sotto il dominio romano). Il cognome sarebbe un nomen originis da Punt, distretto minerario (aurifero) dell’attuale Sudan (allora Egitto) da cui provenivano alcuni di quei legionari. Come cognome è attestato nel CSMB 130 (Gosantine de Ponte). D’altronde, a distanza di pochi chilometri, poco più a N di Galtellì, esiste anche un Castello di Pontes, risalente al XII sec. e abitato fino al XV sec., sulla strada fra Galtellì e Orosei (DiStoSa, 1223). Per lo stesso castello, A. R. Lai (Il castello di Pontes, vd Bibliografia) propone una derivazione da lat. pontes perché eretto di fronte ai ponti che superano il fiume Cedrino. La stessa autrice sostiene che il castello sorge su un precedente insediamento nuragico prima e romano poi, in ragione della possibilità di osservazione offerta dalla sopraelevazione del luogo che domina l’intera vallata del Cedrino e coperto, alle spalle, dal monte Tuttavista. Dunque la base etimologica non può che essere l’akk. pūtu, con successiva epèntesi di -n- ‘front, côté avant / fronte, lato anteriore’.

 

presettu [pre’šettu] s.m. Geol. Incavo. Cisterna naturale su roccia. Piccola conca naturale su un masso roccioso che si riempie d’acqua durante le piogge. In Monte Tulùi sas crapas bien in sos presettos [i m ’montε tu’lui šaš ’kraꝑaš ’biεn i ssoš pre’šettoš] Sul Monte Tului le capre si abbeverano nelle cisterne naturali sulle rocce piene di acqua piovana.  compone Topon. Sos presettos [šoš pre’šettoš(o)]. Presettu ladu [pre’šettu ’laᵭu]. <lat. prae – saeptus ‘luogo cinto da siepe’.

 

Prugattoriu [prugat’toriu] Topon. in regione di Iloghe. >prugare.

 

pruna [’pruna] s.f. Bot. Prugno/a Albero e frutto (Prunus domestica). Susina/o. Locuz. Chiriàsa e pruna, prantande una! [kiri’aš ε ’pruna – ’prantaŋḍ una] Di ciliegio o prugno, piantane uno! Metaf. per testicoli. No seches sas prunas! [no ’ssεχεs saš ’prunaš] Non rompere le palle!  Topon. Sa ~. in fondo alla vallata di Oddoène. <base etimologica in akk. per’u ‘germoglio, frutto’ + unû ‘un genere di carne’ col significato di ‘frutto carnoso’ > lat. pruna (S. Dedola, Faeddarzu, p. 1093).

 

prunischedda [pruniš’keḍḍa] s.f. Bot. Prugnolo (Prunus spinosa).  Topon. Sa ~. >pruna.

 

pruvera [’pruβera] s.f. Polvere da sparo. B’est galu su fracu (d)e sa pruvera [b εr ’galu šu vraχu ε ssa ’pruβεra] C’è ancora l’odore della polvere da sparo. -eri [pruβe’reri] s.m. Fabbricante della polvere da sparo. Topon. Sa rutta (d)e sos pruvereris [ša ’rutta ε ssoš pruβe’reriš]. >pruer.

 

Puddiàrvu (su) [šu ꝑuḍḍi’arvu] Topon. cfr con Su Coddiàrvu. Confina con Conca (d)e janas e Su Tiresi e per una forma di ritegno si è sostituito Codd– con Pudd-.

 

Pulicosa [puli’cɔša] Topon. tra Siddai e Cartoe, confina con Badde ruosa. <sum. pu ‘orchard / giardino, orto’ + la ‘irriguo’ + igi ‘qualità’ + suff. agg.le –osa, col significato originario di ‘(terra di) orto irriguo di qualità’.

 

Pulische [pu’liške] Idron. Riu Pulische. Non distante dal territorio di Galtellì, passa per Littu (d)e preides, Sa Mola, Castuledda. Affluisce le sue acque al Cedrino sul lato destro. <base etimologica sembra un composto ebr. pu’là ‘ricompensa’ + il suffisso di tipo ligure (isco / isca) ische che ha origine in akk. ešqu, išqu ed esprime ‘appartenenza, sorte, territorio, destinazione’ (OCE, I, p. 133): il significato complessivo di Pulische dovette essere ‘ricompensa del territorio’.

 

punta [’punta] s.f. 1 Estremità pungente. Punta. Est fine che punta (d)e acu: [εr ’finε χε ’punta ε ’aχu] È piccola come la punta di un ago. Battu.mi unu (g)orteddu a punta [’battumm unu or’teḍḍ a ’punta] Portami un coltello appuntito. Locuz. Lu juco in sa punta (d)e sa limba [lu ’juχ i ssa ’ꝑunta ε ssa ’limba] Ce l’ho sulla punta della lingua. Locuz. Po me si ponet de punta e de atta [po mε ši ’ꝑonε dε ’ꝑunta ε dε ’atta] Per me si mette di punta e di taglio (per me si butterebbe nel fuoco).  Espress. idiom. M’at iscrittu una punta (d)e billette [m aᵭ iš’kritt una ’ꝑunta ε bil’lεttε] Mi ha scritto un appunto.  2 Puntura. Sa punta (d)e s’arza nanca est benenosa [ša ’ꝑunta ε ss ’ardza ’nanka εr vεnε’nɔša] La puntura dell’argia pare sia velenosa. 3 Orogr. Vetta. Cima. Sos nuraches los fachìan in punta (d)e cucurìnos [šo nnu’raχε llor fa’χian i m punta ε kuχu’rinoš] I nuraghi erano eretti sulle vette di alture. In punta (d)e Tulùi b’est s’antenna (d)e sos telefonos [i m ’punta ε tu’lui b εs s an’tεnna ε ssoš te’lefonoš] Sulla vetta di Tulùi c’è l’antenna per i telefoni.  Topon. Punta Alidurri [’punta ali’ᵭurri], ~ Biristéddi [’punta biriš’teḍḍi], ~ Dògana [’punta ’dɔγana], ~ Doronè [’punta doro’nε], ~ Doschèle [’punta ᵭoš’kεlε], ~ s’Eliche [’punta š ’eliχε], ~ su (F)erularzu [’punta šu eru’lardzu], ~ (F)ilìne [’punta i’linε], ~ Filos d’ortu [’punta εš ’filor d ’ortu], ~ (d)e Iscàcari [’punta ε iš’kaχari], ~ Malèsa [’punta ma’lεša], ~ Marchési [’punta mar’keši], ~ Marrante [’punta mar’rantε], ~ Marras [’punta ’marraš], ~ su Nurache [’punta šu nu’raχε], ~ su (G)ortéi [’punta šu or’tei], ~ sa Pramma [’punta ša ’ꝑramma], ~ sas Rodas [’punta šar ’rɔᵭaš], ~ Santa Dìliga [’punta ’šanta ’diliγa], ~ Sorichìna [’punta šori’χina], ~ sa Fada [’punta ša ’vaᵭa], ~ su Rosariu [’punta šu ro’šariu]. <lat. femm. di punctum da pungere ma vd etimo di punghere.

 

Puntale mannu [pun’tale ’mannu] Topon. >agg.le di punta.

 

Puntzùddu [pun’tsuḍḍu] Topon.

 

Purtàra [pur’tara] Topon. Pala, Punta, Sedda (d)e Purtàra verso Doinanìcoro. La Sedda de Purtàra è un ammasso calcareo su cui è visibile un sentiero segnato sulla roccia dal passaggio delle persone che salivano al villaggio di Doinanìcoro. (info: Tonio Sale). <base etimologica è akk. būrtu ‘une preuve, une attestation, une trace / una prova, una attestazione, una traccia’ + bab. ārā ‘territorio’, col significato originario di ‘territorio tracciato, segnato’.

 

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