Toponimi M

Mm

 

Macallè [makal’le] Topon. Particolare costruzione situata nel lato prospiciente, e poco distante, villa Ticca in Cala Gonone. Edificata all’indomani della battaglia omonima nella guerra coloniale di Abissinia.

 

Madalena Sa [ša ma»a’lena] Topon. Rione nella parte alta (Est) del paese abbarbicato sulle pendici di Monte Bàrdia. Vi sorge una chiesa dedicata a Santa Maddalena menzionata nell’Ottocento da V. Angius nel Dizionario geografico, statistico, commerciale degli stati di S. M. il re di Sardegna.

 

Maidreu [mai’»reu] Topon. Poco distante da Ogottile in fondo alla vallata di Oddoene. Era zona boscosa e vicina al bosco: il terreno è ricoperto dell’humus delle piante e gode dell’umidità di queste. <base etimologica sembra mā’ū ‘eau, les eaux / acqua, le acque’ ma designa anche il limo + dārû ‘durable, pérenne / durevole, perenne’, il composto mā’ū dārû > mai-dreu significò ‘limo perenne’.

 

Maloccu [ma’lokku] Topon. in Oddoène (pg. 11 di P. Cucca). come cognome esisteva a Fonni nella prima metà del XIX sec. il poeta improvvisatore che gareggiava con Melchiorre Murenu di Macomer: Eo so Maloccu / preda  ’ia e de toccu. <base etimologica è akk. māluku ‘un passage, un chemin / un passaggio, un cammino’.

 

Malospes [maloš’pes] Topon. <malos + pes.

 

Mameli [ma’meli] Topon. in Isalle, a E di Su sueredu, a dx della SS 131 (direz. Nuoro), sotto quella che si chiama Badde (d)e su tricu in cui qcn vi include anche Mameli. Si tratta di una valle con terra ottima per la produzione del grano. <il nome è in qualche misura ironico, si compone con akk. māmē ‘eau, les eaux / acqua, le acque’ + eliš ‘par dessus, dessus / da sopra, sopra, dall’alto’ nel senso di ‘acque che vengono dal cielo’.

 

Mamuada [mamu’a»a] Topon. a N di Dorgali confina con Sos fraìles. È una vallata attraversata dal rieddu (d)e Mamuada [ri’eḍḍu ε mamu’aᵭa] che affluisce nelle acque del rio Su Anzu. <base etimologica è akk. māmû ‘eau, les eaux / acqua, le acque’ + ḫadû ‘joyeux, heureux / gioioso, felice’ con il significato complessivo di ‘(terreno) reso felice dalle acque’.

 

mandra [’mandra] 1 s.f. Allev. Recinto per bestiame. Luogo per la mungitura del bestiame. 2 compare in Topon. Sa mandra, Sa Mandra (d)e sa preda, Sa Mandra (d)e sos boes [ša ’mandra ε ssor ’voes]. ≥ irmandrare. <akk. manû ‘compter, énumérer; calculer, faire la liste; compter parmi; faire compter; faire livrer, être compté, calculé; être livré / contare, enumerare; calcolare, fare la lista; contare fra; fare contare; fare consegnare, essere contato, calcolato; essere consegnato’ + dūru ‘mur, muraille, forteresse / muro, muraglia, fortezza’ condurre dentro una fortezza e contare il bestiame è ciò che faceva ogni pastore per millenni; gr. μάνδρα ‘luogo chiuso’, lat. mandra.

 

manemundu [mane’muY¼u] 1 s.m. Geol. Granito in disfacimento. Terreno siliceo povero, non  adatto alla coltivazione se non arricchito di concime. 2 Manemundu (Su) [šu mane’muY¼u] Topon. Esiste anche a Galtellì. È terreno costituito da granitu mortu e consente forme di pratiche agricole. <La sua base è arcaica, dal sum. mar ‘to winnow / vagliare, spulare, separare’ + mundu ‘groats / chicchi di cereale frantumati’. Si vede chiaramente che ci troviamo dinanzi a una definizione poetica. I graniti putrescenti sono normalissimi, e devono la putrescenza ai tre cristalli componenti i quali, colpiti da acqua, calore, gelo, vento, hanno tutti e tre un diverso coefficiente di dilatazione (anisotropia), e per questa causa le superfici granitiche, quale più, quale meno, si disfano durante i millenni (S. Dedola in corrispondenza privata).

 

Mannolitto [manno’litto] Topon. è una piccola palude e confina con Badde (d)e (F)Uili a N, Loghéri a E, Badde (d)e Onnapeppa a S. <akk. mânu ‘fournir (de la nourriture) / fornire (del cibo)’ da una radice «man-» ‘porzione, parte, boccone’ > ebr. mānā ‘parte, porzione’ + littu ‘taureau / toro’ col significato complessivo di ‘(luogo per) fornire carne di tori’.

 

manovra [ma’nɔvra] s.f. Le operazioni necessarie per far funzionare correttamente un mezzo meccanico, per muovere e dirigere un veicolo o, per riportare allo stato in cui erano apparati ossei o muscolari. compare in Topon. Su (g)urgu (d)e sa manovra [š urgu ε ssa ma’nɔvra] >manu.

 

Marcheddìe [marke¼’¼ie] per taluni (che > ghe) Topon. sul versante costiero Nord di Cala Gonone. <base etimologica è akk. marqu ‘sel / sale’ oppure warqu (leggi comunque marqu) ‘vert, jaune-vert / verde, giallo-verde’: le ipotesi sono entrambe legittime in considerazione della vicinanza al mare che porta la presenza del sale come anche il colore della vegetazione sopra quella falesia + idu ‘à côté de / a fianco a, a fianco di’ + suff. territoriale ebr. –ìu (>-ìe), marqu-id(d)-ìu col significato originario di ‘luogo a fianco al sale’.

 

Marchesi [mar’keši] 1 s.m. Marchese. 2 Topon. in Oddoène. È un compluvio delle precipitazioni delle zone d’intorno e, vi scorre su rieddu (d)e Marchesi [šu ri’eḍḍu ε mar’keši] alimentato da quelle acque. <akk. marḫaṣu ‘conduite d’évacuation d’eau, un drain / condotto di evacuazione di acqua, un drenaggio’.

 

Margalidarzu Su [šu margali’»ardzu] Topon. è compreso fra Su (g)ortéi e Meledéi.

 

Marghine Sa [ša ’margine] Topon. fronte S di Sant’Elène, confina con S’arcu (d)e Ortunule. <sum. mar ‘separare’ + gin ‘montagna’ sistema di concatenazione montuosa che funge da barriera fra due territori (S. Dedola, Faeddarzu, p. 847).

 

Maria Ughìa [ma’ria u’gia] Topon. a monte di Oddurue, confina con su Tintinnau, Tenosule, Locu secau e Osolai. Contrariamente ai terreni confinanti, ricchi di acque, Maria Ughìa non ha fonti né sorgenti ma è terra molto ricca per la produzione del grano. <Per la prima parte di questo toponimo si ricorda che il nome Maria compare spesso per indicare ‘pozzo’: questo era sempre demonizzato per tenerne lontani i bambini a cui si diceva che nel pozzo abitava una delle tante Maria con cui si terrorizzavano i bimbi che non volevano dormire, che non rispettavano le consegne degli adulti, vd Maria Pettena; secondo G. Semerano Maria deriva dall’aram. wārjā, mārja col significato di ‘dominatore, signore’ (in Faeddarzu, p. 847). La seconda parte Ughìa sembra ritrovarsi nel sum. ugu ‘to give birth / dare alla luce, partorire’ e già questo sarebbe programmatico per dire della fertilità di quella terra. Dagli anni Ottanta del XX sec. è zona di espansione ed è edificata in gran parte: il processo di urbanizzazione ha fortemente modificato il paesaggio di un territorio di natura seminativa e pascolativa. <si presenta sotto forma di doppio nome femminile ma nasconde basi etimologiche antiche. Maria sembra la corruzione di marru ‘palude, stagno’ con suffisso aram. -ia per indicare ‘luogo’. Ughìa potrebbe spiegarsi con aram.-ebr. ūgja ‘canale’ (OCE, I, p. XII). Il significato complessivo fu ‘canali in cui ristagna l’acqua’ e, stando alle testimonianze di Michele Patteri erano presenti 4 barchìles che raccoglievano acqua perfino in estate e, Tonio Sale indica lo stesso fenomeno al limitare con Osolai, in sa tanca de tziu Tzitzu Zorvinu. In alternativa si assume Maria da aramaico mārē, mārjā ‘Herr / signore’ (OCE, I, p. LIII) e mārjā ‘dominatore’  (OCE, I, p. 75). A questo punto però, si può ipotizzare che il territorio di Maria Ughia fosse ‘dominatore del canale’, in riferimento al canale che sgorga a Nùrachi, occorrerebbe un accertamento speleologico per appurarlo.

 

Marianna Carvone [mari’anna car’vone] Topon. confina con Paulesa e Funtana Marteddu. Ha un fronte pienamente esposto ad E, che guarda al mare del Golfo di Orosei, al sorgere del sole e, indubitabilmente nasconde una paronomasia celata da un nome f. (Marianna) ed un cognome Carvone (Carboni?) non diffuso a Dorgali. <base etimologica sembra essere un composto plurilingue: ebr. marah ‘visione, apparenza’ + akk. anna, annu ‘grazia divina, favore della divinità’ col significato di ‘apparenza divina’ riferito a Râ (Dio del Sole) + sum. kar ‘sorgere, splendere’ + bu ‘perfetto’ + nu ‘creatore’ kar-bu-nu > Carvone col significato originario di ‘Creatore che appari perfetto’.

 

marinu [ma’rinu] 1 s.m. Meteo. Umidità che sale dal mare, si condensa e copre la sommità dei monti Bàrdia e Tulùi per scendere, come una pesante cappa, sull’abitato e le campagne di Icorè e Istelòtte. Scirocco. Marinu arèste Vento di Levante. 2 agg. Marino. Zool. Boe marinu: Foca monaca. Geol. Rutta de su (B)oe marìnu in Gonone. La grotta prende il nome dall’animale che ha vissuto all’interno della cavità. Il verso della foca fece pensare al muggito del bovino, da cui il nome. Topon. Campu marinu. >vd mare.

 

Mariscai [mariš’kai] Topon. confina con (gh)Iriai. <base etimologica sembra essere ass. marû ‘gras, engraissé / grasso, ingrassato’ + isqu ‘une prébende / una prebenda’ + suff. territoriale –ai, col significato complessivo di ‘una grassa prebenda’.

 

marzane [mar’dzane] 1 s.m. Zool. Volpe. Appo acattau sa cala (d)e marzane: [app aχat’tau ša ’χala ε mar’dzanε] Ho trovato la tana della volpe. Il nome dorg. non è mai preceduto da artic. determ. mentre si usa, talvolta, l’indeter. Sin. groddo. In cussu mementu est bessidu a campu marzane (in Su prinzipeddu de A. de Saint-Exupéry bortau da-e A. Deplano, XXI cap.). Est pudidu a bentu paret unu marzane [εš ’puᵭiᵭ a ’bentu ’ꝑarεᵭ unu mar’dzanε] Puzza da lontano peggio di una volpe.  compare nel Condaghe di SPS (18, 302, 326) come Marthane. 3 Topon. Marzane ‘e ponte [mar’dzan ε ’ꝑontε] nel salto di Oddoène. <akk. marzû ‘un prete’ + Anu ‘Dio del cielo’: è comprensibile che il clero bizantino abbia svilito la sacralità di questa figura religiosa designando con questo composto un animale poco simpatico ad un popolo di allevatori.

 

Mastru Moledda [’maštru mo’le¼¼a] Topon. Era un insegnante della scuola elementare nel corso degli anni ‘40 e ‘50 del XX sec. e possedeva un terreno sopra Icorè, fra la strada interpoderale ed il sentiero che porta a Bados.

 

Mastru Onnari [’maštru on’nari] Topon. a N di Dorgali, confina con Serandria. <il nome Onnari è forma aferètica per Gunnari (+ apofonia u>o), nome di battesimo molto usato in epoca medioevale, vd Condaghe di SPS.

 

Mastru Reori [’maštru re’ori] Topon.

 

maternidade s.f. 1 Maternità. 2 Topon. In origine era S’ortu (d)e su rettore, piccolo appezzamento di terra per colture orticole del parroco fino al XIX sec. Posto poco sotto la sede del nuovo municipio, è oggi sede degli uffici comunali dei Servizi sociali e ospita le lezioni della Università della Terza età. <it.

 

matta [’matta] s.f. 1 Anat. Pancia. Addome. A intro (d)e matta no ti pompiat nessunu, Dentro la pancia nessuno vede. Essere a puntas de matta, Avere mal di pancia. Uffrores de matta, Gonfiore di pancia.  Matta a terra, Prono, ventre a terra. Matta a susu, Supino. No seches sa matta! Non seccarmi! Sa matta che (f)acas! Che tu possa defecare l’intestino!  compone agg. comparendo in prefisso in stato costrutto: Matticrù, Non convinto, Dubbioso. Sospettoso. Mattigrussu, dalla pancia grossa. Mattiladu, dalla pancia larga. Mattimannu, Panzone. Mattisìcu, senza pancia.  2 Bot. Pianta. Arbusto. Cespuglio. Macchia. si distingue da arvore che ha diverso sviluppo in altezza. Una matta (d)e (f)icummurìsca: Una pianta di fichi d’India. Una matta (d)e tirìa, Un arbusto di ginestra. Una matta (d)e mudrécu, Una macchia di cisto. <akk. maṭû ‘crescere poco’. -arzu [mat’tardzu] s.m. Terreno incolto e infestato da cespugli e arbusti. Luogo di cespugli e macchia. -utza [mat’tuttsa] s.f. dim. Cespuglietto. Piccolo arbusto. una mattutzedda (d)e chessa: un cespuglietto di lentisco.  3 Mollica. Po iscantzellare su lapis bastat sa ~ (d)e coccòne: Per cancellare la matita basta usare della mollica di pane.  4 Anat. seguita da specificazione indica parte anatomica. Sa ~ (d)e su poddiche: Polpastrello.  5 compone Topon. ≥ ammattare, irmattare. <akk. mātu ‘la surface des entrailles / la superficie delle viscere, addome’, ‘māt ubāni: la surface d’un doigt / il polpastrello di un dito’, ebr. maṣṣah ‘pane azzimo, pane non lievitato’.

 

Matta (d)e sole [’matta e ’šole] Topon. nel salto di Isalle.

 

Matta (d)e s’iscusorzu (Sa) [ša ’matta e ss išku’šordzu] Topon. vd matta e iscusorzu.

 

Mattanòsa Sa [ša matta’nɔša] Topon. nel salto di Orroùle.

 

Matteotto [matte’otto] Topon. oltre Su Tiresi al confine con il territorio di Galtellì sulla SS 125, ricade per gran parte nel territorio di Galtellì. È terreno seminativo e pascolativo con parti più o meno fertili e adatte a pratiche agricole intensive, uliveto, foraggio. È pienamente esposto ad E e viene raggiunto dal sole nascente mentre l’altura di Conca (d)e janas impedisce il sole al tramonto. G. Mastìo (Quaderni bolotanesi, 20) lo presenta lapidariamente come soprannome. <nell’abitato di Dorgali esiste una località denominata Matteu (vd), le caratteristiche del terreno sembrano identiche e, perciò, si rinvia alla base etimologica di Matteu: è probabile che il suffisso –otto nasca per distinguere i due toponimi con radice identica, ma stante l’ esposizione ad Est, è probabile un rimando a Utu Dio del sole, della giustizia, della moralità e della verità, vd akk. Šamaš (sum. Dingir Utu) ‘le dieu-soleil / il dio-sole’.

 

Mattéu [mat’teu] 1 Antropon. m. Matteo. 2 Topon. nei pressi di Golloi e di Sa Codina dentro il centro abitato. <il nome del sito potrebbe essere derivato dal prenome di un proprietario. Matteo è nome personale ebr. e compare nel Condaghe di SMB (4) come Mazeu, cfr la pronuncia in comuni limitrofi. Il terreno è percorso dalla attuale via Emilia e, in origine, su entrambi i lati della via, a memoria di uomo, era coperto da vigne chiuse con muri a secco: è probabile che prima del XIX sec. fosse terreno seminativo e pascolativo mentre dagli anni Cinquanta del XX sec. è completamente inurbato. Base etimologica del nome pers. potrebbe essere akk. maû (Š) ‘être capable, pouvoir, avoir la capacité de, être en mesure de / essere capace, potere, avere la capacità di, essere in grado di’ per la possibilià di produrre in agricoltura.

 

Meanèsa Sa [ša mea’neša] Topon. in Oddoène. <una leggenda (vd La grande vallata di Sardus Useli e Antonio Berritta) narra di una ‘principessa’ proveniente dal paese di Meana sardo, comune della Barbagia di Belvì. Potrebbe essere vero fino a trovare traccia della presenza di nobili a Meana e di principesse inurbate in quel di Dorgali. Per il nome del comune barbaricino si ipotizza una provenienza dal lat. mediana perché ‘a metà strada fra Kàrales e Olbia’ (cfr Pittau), non si capisce quale possa essere il significato in dorg. A meno che non si consideri che Dorgali fosse attraversato dalla strada congiungente Tibula (Santa Teresa di Gallura) a Kàrales (Cagliari), e Dorgali si trovasse a metà strada fra il N e il S della Sardegna lungo la costa orientale. Lo storico F. C. Casula afferma ‘forse, in periodo romano, vi sorgeva una statio’ (DiStoSa, p. 548). Il topon. su un totale di circa venti ettari, si trova comunque lontano almeno un km dalla strada succitata. Nella mitologia greca si narra di Creonte, re di Tebe, costretto a pagare un tributo di cento buoi a Ergino per la sua città. Eracle (Ercole per i latini) liberò Tebe da tale tributo e Creonte, per ringraziarlo, gli diede in sposa sua figlia Megana. Ma poiché per volere di Zeus Eracle doveva essere sottomesso a Euristeo, costui, quando seppe del potere e della gloria ottenuti dal suo rivale, gli ordinò di andare subito a Micene per entrare al suo servizio. Eracle si rifiutò di ubbidire, ed Era, per punirlo, lo fece impazzire al punto che l’eroe uccise, senza rendersene conto, la moglie Megana e i loro figli. Base etimologica di Megana che incoronava Hercle è akk. meānu, mēnu ‘corona, ghirlanda’ ma cfr anche akk. menû, manû ‘aimer / amare’ da cui si potrebbe dedurre che Sa meanesa fosse dedicato alla ‘Dea dell’Amore’. A supporto della prima ipotesi, ben più congrua, vd Biriculi.

 

Meledéi [mele’dei] Topon. sulla SS 125, dopo su Babbu mannu, sulla strada per Ispinigoli. È il territorio più elevato della zona, vi si giunge dalla SS 125 da S verso N e fin lì si sale, viceversa, se si arriva da N verso S si sale fin lì, se vi si arriva da Su Anzu o da Ispinigoli, si sale. <Base etimologica è akk. mēlû (cfr Ponte Melone) ‘hauteur, altitude, colline, lieu en hauteur / altura, altitudine, collina, luogo in altura’ + elû ‘monter, aller en amont / salire, andare in alto’, si consideri l > d per cui il composto melu-edu >meledei significò ‘territorio posto in alto’.

 

Melone [me’lonε] Topon. ricorre nella denominazione di un Ponte ormai sconosciuto ai più (ma resta nella toponomastica via Ponte Melone) perché tombato fin dalla fine del XIX sec. all’altezza del Monumento ai caduti (ex Alabarzu). Il ponte superava il ruscello alimentato dal compluvio de su turgalu che raccoglieva le acque di Monte Bàrdia, della fonte di Funtana (crocevia con via La Marmora sul tracciato della S.S. 125), di Mercau, di Roseddu ma, soprattutto, collegava le alture di Goritto con la dorsale (sa Serra) su cui sorsero sas Cresias de Mesaustu e di Sant’Antoni che sovrastano la strada Sa Carrera (via Roma). <Base etimologica è akk. mēlû ‘hauteur, altitude, colline, lieu en hauteur / altura, altitudine, collina, luogo in altura’.

 

Merghis [’mergiš] microtopon. confina con Istelotte a S, Sarachinu a W, Mulàttai a N-E. Si ha testimonianza di un notaio spagnolo con nome assai vicino al toponimo in questione nel XVII secolo. Posto ai piedi (fundàle) di monte Tulùi è stato luogo per il legnatico della comunità. Vi giunge il sole a fine mattinata in autunno ed inverno, mentre in primavera ed estate, i raggi arrivano intorno alle nove: è dunque freddo e umido, ricco delle acque che vi si riversano dal monte, carsico, sovrastante in scaturigini, un tempo, naturali e abbondanti. R. Sardella traduceva il topon. dal sum. mer ‘il più importante’ + ghis ‘freddo, umido’ (in corrisp. privata): ovunque esista questo topon. ha la stessa tipologia di esposizione ed è sempre ritenuto umido e freddo: vd rio Merchis a Sedilo. S. Dedola (Cognomi, p. 531) porta il cogn. Melca (>Merche, Merchis) per il quale trova riscontro nell’ebr. Melkis, dim. di Melkisedek, ma significa anche ‘re’ da ebr. melek. <La base etimol. del toponimo è akk. ‘l’eau, les eaux / l’acqua, le acque’ + reḫû ‘[Science, Sciences naturelles] 1) déverser (fleuve, liquide) / [Scienza, Scienze naturali] riversare (fiume, liquido)’, ebr. rāvā ‘straripare’, gr. ρέω ‘scorro’, vd lat. mergō ‘tuffo, immergo, affondo, faccio precipitare’ (OCE, II, p. 472), cfr it. em/immergere, -enza.

 

Mesattas [me’šattas] Topon. verso Supramonte. >mesu + attas.

 

mesaustu [meša’uštu] s.m. Ferragosto. 2 Topon. è la parte più a W de Sa Serra, più in fondo Campusantu (b)etzu (poi vecchio Campo sportivo) e Legadu. >mesu + austu. Vi sorge la chiesetta dedicata alla Vergine assunta (che si festeggia a metà agosto) proprio di fronte ad una chiesa assai importante per Dorgali ma non più esistente da secoli: Santu Tzipriane.

 

mola [’mɔla] s.f. 1 Tecnol. Mola. Pietre ruotanti per schiacciare granaglie. ≥ irmoliare. Macina. ≥ molere. Locuz. Mola chi no si fricat no be ndat. Non c’è macina che non sfreghi. <sum. mu ‘maciullare, stritolare’ + la ‘zolletta’ (S. Dedola, Faeddarzu, p. 895). 2 Agricol. Cespo. Fondo. Appo (b)ocau unas pacas molas de (f)inùcru in sa (b)àttica: Ho tagliato dei (cespi di) finoccchi nell’orto. <akk. mūlu ‘pienezza’. 3 Anat. Rotondità anatomiche. Juchet bette mola (d)e titta: Ha grandi mammelle. Est ruttu a ghisa (d)e si secare sa mola (d)e su trucu: È caduto e ha rischiato di rompersi l’osso del collo. Vertebre. Sistema articolare atlantideo. <akk. mūlu ‘pienezza’. 4 ricorre nel ‘girare in tondo’: inghirimmolare o andare a inghirimmòla. 5 Tecnol. Bàttu.che sa mola ca (b)idìmmus si secat su (f)erru: Portami la mola e vediamo se taglia il ferro. 6 Topon. Sa ~.

 

Molimentos [moli’mentos] Topon. confina con su Crastacane e con il territorio di Galtellì. Fu utilizzato per l’inserimento del dàino in via sperimentale. Vi erano delle sepolture umane e da ciò deriverebbe, per etimologia popolare, il nome di monumentos > molimentos.

 

Monne Su [šu ’monne] Topon. confina con Toddoschi. È un pianoro composto da tre lati di terre seminative. <non esiste alcun luogo del territorio di Dorgali denominato con un cognome benché a tutta prima Monne sia cognome. Ciò detto potrebbe anche aversi avuto un su (d)e Monne ‘il terreno di Monne’ da cui salta la prepos. di specificazione de nella pronuncia: vd Pischina Ambidda anziché Pischina (d)e Ambidda, Pischina Neulé anziché Pischina (d)e Neulé. Non esisteva proprietà privata a Dorgali fino al 1820, salvo le eccezioni di terreni della Chiesa o Mossintommeu e Mossinpera (due soldati), e la memoria dei viventi riuscirebbe ancora a ricordare chi fosse quel Monne. Occorre percorrere altre ipotesi. Il nome potrebbe avere base arcaica nel sum. munu4 ‘malto’, in relazione alla coltivazione dell’orzo. Altra possibile ipotesi è sum. munu ‘rovente, torrido’ in relazione alla sua esposizione al sole.

 

monte [’monte] s.m. Monte. Sos Zunivésos cherìan a che picare custos montes po nde (f)acher tzimméntu: I Genovesi volevano prendere questi monti per farne cemento. Sos anticos andân a Baunei colande monte-monte: Gli antenati andavano fino a Baunei camminando sempre per i monti. Precede denominazione di Oron. e Topon. indicanti rilievo orografico sempre modesto: Monte Bàrdia, ~ sa Bobòa, ~ Bona coa, ~ Carfìu, ~ Chessa ruja, ~ Coatza, ~ Corallinu, ~ Crasta cane, ~ Doschèle, ~ (Gh)irvéri, ~ Guttùrzos, ~ (d)e Isalle, ~ Longu, ~ Malos pes, ~ Moru, ~ Oddéu, ~ Ommène, ~ Orudè, ~ s’Òspile, ~ Porcarzu, ~ Ruju, ~ Santu (B)Asile, ~ Sant’Elène, ~ Tilimba, ~ Tiscali, ~ Tulùi, ~ Tundu. <sum. ma ‘alto’, akk. mādu mandu mātu ‘terra, rocca’ (vd it. Matera) > lat. mons montis ‘monte, massiccio’ (OCE, II, p. 476).

 

monumentu 1 s.m. Monumento. 2 Topon. Su ~. <it.

 

moro [’moro] 1 agg. Moro. il riferimento è ai 4.000 abitanti della Mauritania che i Cartaginesi condussero schiavi in Sardegna per esboscare le pianure del Campidano e potervi seminare il grano ma, anche ai saraceni e agli arabi che cercarono a più riprese di impossessarsi dell’isola dall’VIII sec. e fino al XIX, vd l’attacco alla marina di Osalla in Orosei: Irbarcatu est su moro / in s’arena (d)e Osala / prima de (f)accher die (Muttu tradiz. di Orosei). 2 Topon. Su locu (d)e su Moro (località di Doinanicoro in cui nel 1850 si affrontarono 12 pastori dorgalesi contro 30 barracelli orgolesi per questioni di pascolo). <cast. moro ‘id’. <akk. mûru(m) ‘giovane toro’ segno di vitalità sessuale ed epiteto rivolto al Dio della Natura (S. Dedola, Monoteismo, p. 380).

 

Mossimpèra [mossim’pera] Topon. Confina con Sa Pramma e S’arcu (d)e su linu. vd mossen + Pera (Piero, Pietro) nome personale provenzale e catalano. In ebr. Pera ha significato di ‘principe’.

 

Mossintomméu [mossintom’meu] Topon. Confina con Badde (d)e sa (f)icu e Cucuttinerva. vd mossen + Tomméu (Tommaso).

 

Mottorra [mot’torra] Topon. Confina con Oddurue e Maria Ughìa. Noto per presenza di dolmen è raggiungibile dalla SS 125, in direzione N, percorrendo una strada interpoderale. È terreno pascolativo disseminato di basalti. Forse questa particolarità spinse Eduardo Blasco Ferrer a ipotizzare un lat. motus terrae > Mottorra. I siti dolmenici, in Sardegna, sono legati ai culti dei morti e la base etimologica va cercata altrove. D’altronde dolmen ha base etimol. in akk. dūlum, dullum ‘costruzione, rituale’, ma vd anche akk. tellu, ebr. tēl, arab. tall ‘tumulo’ + base –men che si ritrova in lat. monu-mentum, memini da akk. manû ‘annoverare’ (OCE, I, p. 361). <base etimologica di Mottorra è akk. mūtu, ugar. motu, guèze mōt ‘la mort; bīt mūtu: un sépulcre, une tombe / la morte; bīt mūtu: un sepolcro, una tomba’ + akk. ūru ‘tetto, tettoia’ (cfr Orolitto), il riferimento è ad un sepolcro coperto con tetto, proprio ciò che fu il dolmen.

 

Mucarzos Sos [šor mu’cardzos] Topon. confina con Iscopidana. È terra molto buona, adatta a tante colture, ottimo pascolativo, fertile per ulivi e viti. F. Fancello (p. 115) ipotizzava ‘un indizio della coltura dell’olivo in tempi non so quanto remoti’ e faceva riferimento al ‘dolium amurcarium, specie di giara che serviva a conservare l’olio di oliva da cui si separava la morchia)’. <base etimologica sembra akk. maqqadu, mūqadu ‘droit de pâture, droit de faire paître les animaux / diritto di pascolo, diritto di far pascolare gli animali’ + rā’iu ‘un berger, un gardien de troupeau (moutons, bétail, ânes, chevaux, cochons) / un pastore, un guardiano di gregge (pecore, bovini, asini, cavalli, maiali)’, il composto mūqadu + rā’iu > mūqa + r’iu > mucarzu significò in origine ‘diritto di far pascolare le greggi’. Era una consuetudine che oggi si comprende con difficoltà ma, in epoche remote, i terreni coltivabili e quelli pascolativi erano stabiliti dalla comunità intera del villaggio ed i territori adibiti a pascolo potevano anche essere sorvegliati (su vardau o vaidau) da personale appositamente attribuito. Una ipotesi alternativa potrebbe essere akk. mukarrisu ‘un récipient (en métal) pour liquides / un recipiente (in metallo) per liquidi’. È notorio che la produzione dell’olio di oliva si conobbe a partire dagli impulsi dati in epoca piemontese all’olivicoltura: l’olio più diffuso fino ad allora in gastronomia era lo strutto mentre, da specie botanica si otteneva l’olio del lentisco anche a fini alimentari.

 

Mudalu (Su) [šu ’mu»alu] Topon. a N di Dorgali, poco distante da sa Lapìa de su Anzu. <è un composto akk. ancora pienamente significante la natura di questo luogo: šū ‘(adjectif démonstratif) qui, que / (aggettivo dimostrativo) quello, che’ + ‘eau / acqua’ + dalû 1) ‘un seau (en bronze) pour tirer de l’eau; terrain irrigué avec des seaux / un secchio (in bronzo) per attingere acqua; terreno irrigato con dei secchi’ col significato sintetico di ‘quello che attinge l’acqua col secchio’.

 

Mulattai [mu’lattai] Topon. è il pendìo del lato meridionale di monte Bàrdia, sotto la S.S. 125, prima e dopo le gallerie per Gonone, precede Merghis e domina Icorè. <il nome sembra derivare dal rafano selvatico o ramolaccio (Raphanus raphanistrum L.) con base etimologica in akk. armu ‘recouvert / coperto’ + ūrātu ‘vêtement / indumento’ e, il rafano è coperto da una teca ma, è lecito avanzare un’altra ipotesi di significato dei due lemmi accadici poiché > armuratu > Mulatta-i potrà anche essere pieno di rafano selvatico ma soprattutto è ‘coperto’, come da ‘indumento’, della cappa di nubi che, provenienti da Gonone scavalcano Monte Bàrdia e ricoprono il territorio di Mulattai scendendo a valle, cfr la terminazione -ai come suffisso territoriale ebr.

 

mura [’mura] 1. s.f. Pezzo. Parte. Boccone. Porzione. Mi pappo una mura (d)e casu [mi ’ꝑapp una ’mura ε ’χašu] Mangio un pezzo di formaggio. -ichèdda [muri’χεḍḍa] s.f. dim. Pezzettino. <akk. meru ‘parte dell’offerta’; gr. μóρα ‘divisione’. 2. Bot. Frutto del rovo e del gelso. Nieddu che mura [ni’eḍḍu χε ’mura] Nero come una mora. Juchet sos ocros duas muras [’juχε ssoš ’oχror ’duar ’muraš] Ha gli occhi neri come due more. <vd 1 e cfr lat. morum, -a ‘frutto  del rovo’. 3 Sa mura. Topon. località in cui sorge il camposanto. Per estens. Metaf. Si diet cara no partat a sa Mura! [ši ’ᵭiε ’kkara no m ’partaᵭ a ssa mura] Faccia attenzione se non vuole finire in cimitero. È certamente un caso che la località in cui è stato edificato il cimitero si chiami Sa mura ma questa è la continuazione semantica del sum. mu ‘frantumare, distruggere’ + rum ‘perfetto, ideale’. 4 Antropon.

 

Murisìnu [muri’šinu] Topon. ormai prossimo all’agglomerato urbano, confina con S’Ena e con sa Tanca de Sennora Maria. Lambito dalle acque de s’Ena ha terra vulcanica ed è particolarmente ubertoso per le produzioni frutticole. <base etimologica è un composto in stato costrutto akk. (solamente nei testi di origine sumerica) mūru 1) ‘[Campagne – Agriculture] un taureau de reproduction; attribut de divinité / un torello da riproduzione; attributo di divinità’ + Sīn, Sīnu ‘Dieu de la lune, la Lune’ col significato esaltativo di ‘torello del Dio fecondatore’, tale era considerato il Dio luna fra le popolazioni mesopotamiche e mediorientali ma, con tutta evidenza anche fra le popolazioni mediterranee e sarde: ciò che era fecondo era direttamente influenzato dal Dio luna.

 

Muristène [muri’štene] Topon. Archeol. ricorre per Funtana Muristène, Nurache Muristène, Villaggio nuragico Muristène. Si trova sulla riva sinistra del Cedrino. <la sua arcaicità esclude che possa nascere dal gr. μοναστήριον, it. monastero ‘dimora solitaria; luogo dove abitano i monaci’. Tutta l’area dovette essere sacra e ospitare il τέμενος ‘recinto sacro, la zona delimitata’ entro cui era eretto il tempio. La base etimologica di Muristène sta nel composto sum. mur ‘to dress / vestirsi’ + akk. ištēn ‘un / uno’, ištēniš ‘entièrement, complétement, ensemble / interamente, completamente, insieme’, ištēn ‘après un nom: emphatique; mathématiques: le nombre un; le seul, célibataire; le premier / dopo un nome: enfatico; matematica: il numero uno; il solo, singolo; il primo’. Il significato originario di Muristene fu ‘vestire il numero Uno’ con evidente riferimento al Dio sommo, forse iniziò con la costruzione di un primo nuraghe e successivamente il villaggio.

 

Murritzeddu [murrit’tse¼¼u] anche (tz > [ss]) Topon. tra Orudè e Ommène (info: Tonio Sale). <il lemma sembra avere relazione semantica con Geol. murru (vd murru 3) per fruncu (vd) con aggiunta di dimin.

 

Murta (sa) [ša ’murta] Topon. confina con Iriai. Il mirto è cespuglio che predilige la terra molto fertile e ricca d’acqua: nel territorio de Sa Murta, una decina di ettari rispondono appieno a queste caratteristiche e da ciò nasce la denominazione di una estensione ben più vasta.

 

Muru [’muru] o Tanca (d)e Muru micro Topon. confina con su Casteddu e s’Ena (d)e Iloghe in sartu de Iloghe (info: Graziano Serra). Forse cadeva nel territorio di Longe che si ipotizza situata sul lato sinistro della SS 129, poco distante dalla attuale traversa di Iloghe e fu bidda della curatoria di Galtellì. <base etimologica è akk. mūru ‘un jeune animal (taurillon, veau, poulain: d’âne ou de cheval) / un giovane animale (torello, vitello, puledro: di asino, di cavallo)’, il termine di origine sum. (dùr) in senso metaforico era epiteto attribuito anche al re: ciò significa che il tancato era proprietà del re, oppure era destinato all’allevamento di un giovane toro.

 

Muru2 [’muru] Topon. F. C. Casula lo identifica come Muro, abitato scomparso. Era ubicato in località Golléi (d)e Muru, in agro di Galtelli, (DiStoSa, p. 1017). Nel 1324 venne infeudato a Pietro Torrents, seguirono le alterne vicende legate alle lotte fra Aragonesi e Giudici di Arborea, finché nel 1362, Pietro IV lo concesse in feudo a Ludovico Lombart. Il villaggio venne abbandonato alla fine del XIV secolo. La chiesa del villaggio era intitolata a San Bartolomeo, nome personale di origine bizantina assai diffuso a Dorgali nella forma di Portolu [por’tolu]. Il nome di questo villaggio potrebbe essere in relazione con il toponimo Muru cunzau, l’aggettivo avrebbe senso metaforico di chiuso per scomparso.

 

Muru cunzau [’muru cun’dzau] Topon. Esiste anche nel territorio di Galtellì (G. Mastìo, Quaderni bolotanesi, 20) perché territorio di confine fra i due comuni limitrofi. <il sintagma si presta a paronomasia ‘muro chiuso’ ma muru è akk. mūru ‘un jeune animal (taurillon, veau, poulain: d’âne ou de cheval) / un giovane animale (torello, vitello, puledro: di asino, di cavallo)’, cunzau ‘rinchiuso’ come in ogni allevamento.

 

Musina [mu’šina] Topon. limita con Su Monne e con Toddoschi. Il territorio è un pianoro ma comprende anche una piccola valle. Il terreno è seminativo e pascolativo. <base etimologica è sum. muš3 ‘flat space / spazio piatto’ + in ‘zone / zona, settore’, oppure muš5 ‘type of cereal / un cereale’ + in ‘zone / zona, settore’, pertanto Musina fu ‘zona di spazio piatto’ o ‘zona per un tipo di cereale’: è verosimile che il toponimo risponda ad entrambe le etimologie poiché è terreno piatto e seminativo.

 

muvra [’muvra] s.f. Zool. (Ovis orientalis musimon) Mufla. Anzone (d)e muvra [an’dzon ε ’muvra] Mufloncino. -one [mu’vronε] s.m. Muflone.  compone Topon. <lat. tardo mucrone(m) ma anche *mugrone(m) come forma di sostrato sardo (DELI). Quanto afferma DELI sostiene l’idea che il muflone sia animale indigeno in Sardegna. Base etimologica è akk. mūru ‘toro, vitello, puledro: di asino, di cavallo’ (con inserzione di [v]) + sum. unu ‘territorio’.

 

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