Toponimi I

Ii

 

Icorè [iko’re] Topon. Oggi la zona di Icorè è quasi del tutto inglobata nel suburbio a Sud dell’abitato di Dorgali ma fino a qualche decennio segnava il confine fra l’agglomerato urbano e su sartu. Gran parte di quella regione costituiva un possedimento unico in mano alla Chiesa, ai Gesuiti e, infine, quando questi lasciarono Dorgali per trasferirsi ad Oliena, scambiarono quei terreni contro le proprietà di Toroddài di un Putzu di Oliena sposato con una dorgalese. La presenza del topon. olianese, rende convinti alcuni abitanti che i terreni in questione si chiamino così. <base etimologica del toponimo potrebbe essere il composto akk. īku ‘barrage, fossé / sbarramento, fossato’ + rē’û ‘un berger, un gardien de troupeau (moutons, bétail, ânes, chevaux, cochons…) / un pastore, un guardiano di gregge (pecore, bestiame, asini, cavalli, maiali…)’: l’organizzazione comunitaria, per secoli, fu rigorosamente attenta nel destinare i terreni all’agricoltura con la rotazione delle colture e i terreni a legnatico e quelli destinati all’allevamento, ma si tenga conto anche del significato di ‘divinité, roi: le berger, pasteur du peuple, du pays, de l’humanité / divinità, re: il pastore, pastore di popolo, del paese, dell’umanità’. Forse per questa ragione e per una questione di assonanza, i terreni di Icorè sono confusi con Sa tanca (d)e su re. Insomma, il toponimo segnava il luogo in cui il pastore di animali poteva mantenere il gregge sotto custodia; in alternativa, si consideri l’ipotesi di ikkāru ‘fermier, paysan, agriculteur / fattore, contadino, agricoltore’ poiché anche dopo la partenza dei Gesuiti, i terreni di Icorè furono una fattoria modello dove si produceva vino, olio, grano e tanto altro.

 

Iloghe [i’loge] Topon. è un plateau basaltico esteso fra la riva sinistra del Cedrino e la strada statale 129, che scavalca, fino a Tinnìas, costituisce un intero salto territoriale. L’estensione è quella che si conosce oggi ma un tempo questo territorio era diviso con il villaggio di Nùrule i cui confini non sono noti, al di là di Pirapinta (vd) che nel corso del secolo XVIII veniva ritenuto entro i confini di Nùrule. Antropizzato fin da epoche remote è ricco di vestigia della civiltà nuragica con i villaggi di Serra Orrios e Muristène, con nurache Oveni, Norìolo, Sa tumba (d)e su re ed altri. Soleggiato durante tutto l’arco della giornata fu particolarmente produttivo di frumento con ricchi pascoli e con zone paludose, oggi è terreno vocato all’olivicoltura e all’allevamento. Il villaggio di Iloghe, in epoca feudale, fu infeudato e restò proprietà del feudatario fino al 1838: i capifamiglia dorgalesi, nel 1633, affittarono il salto per tre anni con pegno di pagare un affitto annuale al feudatario (cfr G. Pisanu, Dorgali, p. 25). Iloghe lega il suo nome ad un vegetale: gardu (d)e Iloghe (vd), cardo mariano (Sylibum marianum L.). «Venne forse confuso con Iloe e compare come Longu, Longhe. Fu villaggio (bidda) in epoca medioevale. Era probabilmente ubicato in località Sant’A(r)vara de Iloghe, in agro di Dorgali. Il nome compare solo nelle Collettorie Pontificie del 1346-50 che lo associano in un’unica rettorìa ai paesi di Gisalle e Nurule. Verosimilmente appartenne alla curadorìa di Orosei-Galtellì. Non si conosce la data precisa dello spopolamento, avvenuto forse nel corso del XIV secolo» (DiStoSa, p. 858). <la base etimol. può essere sum. lug ‘sito di insediamento, posizione’ ma può essere più congrua akk. ilu ‘dieu, divinité / dio, divinità’ + ugu ‘force, puissance / forza, potenza’ col significato di ‘potenza di Dio’.

 

Ilune [i’lune] Topon. e Idron. Ilune > Cala luna. Una lunga spiaggia di sabbia grossa si stende fra pareti precipiti ed il mare da N a S fino ad un costone di roccia prominente verso il mare. Là dove l’arenile incontra le rocce, in anni piovosi tracima uno stagno formato dalle acque di Ilune, alla fine di un canalone che raccoglie le acque piovane delle montagne dell’entroterra. Più a monte il ruscello si ingolava nel Gargaragone per tornare in superficie poche centinaia di metri prima dello stagno. Sa còdula segna il confine tra i territori di Dorgali e Baunei. <base etimologica sembra ugar. e akk. Ilu ‘dieu, divinité; un grand dieu / dio, divinità; un gran dio’ + sum. nu ‘sperma’ e, per traslato ‘creatore, fecondatore’, col significato complessivo di ‘Dio creatore dell’universo’ (S. Dedola, Topon., p. 394) ma sembra congrua anche akk. ilānû ‘favorisé des dieux, chéri des dieux, protégé des dieux / favorito dagli déi, caro agli déi, protetto dagli déi’.

 

Imanza [i’mandza] Topon. microtopon. in Oddoène. Su ponte de Imanza [šu ’ꝑont ε i’mandza]. <i traghettamenti, già nell’antichità, furono un servizio a pagamento su ogni corso d’acqua. La costruzione di un ponte per l’attraversamento di un ruscello o di un fiume liberava dal pagamento del servizio al traghettatore e si viveva come regalo ai viandanti. Base etimologica sembra akk. ina magannu ‘1) un cadeau, un présent; 2) ina magannu – immagāni, gratuitement / 1) un regalo, un presente; 2) ina magannu – immagāni, gratuitamente’. Una ipotesi alternativa, assai più congrua, è akk. immatu, ḫamāmu ‘unire insieme’ (OCE, I, p. 89).

 

Intintu2 (S’) [š in’tintu] Topon. <base etimologica è tinta ‘vernice, inchiostro’ > intingher > intintu ‘verniciato, sporco di inchiostro’, è probabile che un incendio abbia annerito il territorio o che una particolare essenza vegetale abbia conferito colore.

 

Irghiriai [irgiri’ai] Topon. sul Monte (Gh)irvéri, detto anche [ša ’uca e irgiri’ai] è un passo montano dove transitano autoveicoli. <base etimologica è sum. bir ‘strappare’, dall’azione di erosione delle rocce calcaree. Sul lemma sum. interviene la Afèresi di b- ma nel topon. il v. sumerico è raddoppiato in funzione di accrescitivo (si consideri [b]>[g]) + suff. territoriale –ai. Sa (b)uca (d)e Irghiriai è realizzata artificialmente dall’uomo in tempi recenti, intorno agli anni Cinquanta del XX sec. per facilitare il passaggio da Dorgali a Gonone. Fino ad allora il bestiame in transumanza verso i pascoli marini o di rientro nel versante dell’entroterra, passava per s’Iscala (d)e (b)acas.

 

Irgottai [ir’gottai] Topon. <base etimologica è akk. eklētu ‘endroits sombres / luoghi scuri’, in riferimento a foresta impenetrabile, cfr eklu ‘sombre, obscur’, + suffisso territoriale –ai.

 

Iriai [iri’ai] spesso la iniziale ir- ha conosciuto Afèresi di gh- o di b- e il nome intero dovrebbe essere Ghiriai Topon. Denomina la riva destra del Cedrino dopo la confluenza con Frummeneddu. Il settore propriamente denominato è un territorio eroso dal passaggio delle acque e queste hanno scavato la terra formando delle pareti precipiti lungo il passaggio del fiume. Il toponimo è diffuso in tanti altri comuni anche con forme grafiche e fonetiche leggermente diverse, vd Biriai ad Oliena e Ghiriai a Galtellì. Oggi, nella zona detta (Gh)Iriai, vi è insediata la zona industriale. G. Panedda (Il Giudicato di Gallura, Curatorie e centri abitati, Sassari, 1978) parla di un piccolo villaggio scomparso a Iriai. <è probabile che in origine il nome di questa terra fosse Biriai (largamente diffuso in altri comuni) e, per il noto fenomeno di Afèresi della b- sia rimasto Iriai. Base etimologica è sum. bir ‘strappare’, azione svolta nel tempo dalle acque del Cedrino.

 

Isalle [i’šalle] Topon. e Idron. Su riu (d)e Isalle [šu ’riu e i’šalle]. È un intero salto territoriale assai esteso, fra i territori limitrofi di Nuoro e Oliena a S, di Orune e Lula a W, e della Baronia a N-E. Acquisito dalle famiglie dorgalesi sul finire del XIX secolo (1876) ed esboscato per poterlo coltivare, fu oggetto di una estenuante contesa (vd B. Fancello e S. Monni, La terra contesa). Nel suo territorio, stando al racconto di Alberto Ferrero della Marmora del 1823, erano presenti i ruderi di una chiesa chiamata de Santu Zoseppe de Isalle. «Gisalle, detto anche Isalle o Izerle, abitato scomparso. Il toponimo è di probabile origine preromana e di etimologia oscura. Il paese (villa – bidda) medioevale si aggregò attorno alle chiese di Santa Cristina e San Giorgio, dette appunto di Isalle. Appartenne alla curadorìa di Oreséi-Galtellì, nel Regno giudicale di Gallura. Terminato questo Stato nel 1288, Gisalle fece parte dei territori oltremarini della Repubblica di Pisa. Dal 1324 divenne un paese del Regno catalano-aragonese di Sardegna. Nel 1334, a causa della guerra scoppiata tra la Repubblica di Genova e la Corona d’Aragona il paese ne fu investito attraverso le azioni dei Doria sardo-liguri. Nel 1350 fu concesso a Bernardo Ladrera il quale costituì, con il paese di Surpe Jssac de Gaitellì (o Torpe Ispeirtu), un nuovo feudo. Per il conflitto scoppiato tra il Regno di Arborèa e il Regno di Sardegna, nella seconda metà del XIV secolo Gisalle andò incontro allo spopolamento» (DiStoSa, p. 707). Una volta spopolato il villaggio, tutto il salto di Isalle e di Orroùle finirono in mano alla Chiesa, esattamente alla curia di Nuoro. Nel 1870, a seguito dell’Unità d’Italia, i beni della Chiesa passarono al demanio che li mise all’asta. Nel 1876 vennero acquistati per conto delle famiglie dorgalesi. <la base etimologica dell’idronimo è il sum. gisal, akk. gišallu ‘une perche de bateau pour faire avancer l’embarcation en poussant sur le fond; un gouvernail; un aviron, une rame / una pertica di battello per fare avanzare l’imbarcazione spingendo sul fondo; un timone; una pagaia, un remo’. L’attraversamento del rio Isalle dovette avvenire attraverso il traghettamento su zattere rudimentali ma utili alla bisogna. La pianura omonima prese nome dal rio e la ricostruzione etimologica del nome della pianura rimase oscura a causa della Afèresi della g- iniziale. Tale lettera, con passaggio a [dz] è ancora presente in un cognome tipico di Dorgali (Gisellu > [dzi’šellu]) che fu, in origine nome di professione, era colui che governava l’imbarcazione sul rio, e nel contempo nome di origine geografica, di provenienza.

 

Iscacari [iš’kacari] Topon. Luogo sterile costituito da granito morto, inadatto per l’agricoltura e coperto da cisto e macchia. <la sua base etimologica può essere akk. išqu ‘lotto di terreno’ + ḫarû ‘estrazione mineraria’, occorrerebbe verificare attraverso l’esperienza di un geologo.

 

iscala [iš’kala] s.f. 1 Archit. Scala. seguita da specificazione sui materiali di costruzione indica la tipologia di scala: i. (d)e tzimmentu, de granitu, de marmaru, scala di cemento, granito, marmo. In dorg. la scala a pioli è detta (f)estina. 2 Geol. Linea di depluvio sui rilievi. Sentiero in forte pendenza. Erta. Tratturo tortuoso. 3 Topon. Iscala (d)e Sarga, I. (d)e (b)acas, I. cucuttos, I. (d)e Dorvène, I. (d)e picas, I. (d)e Purtara, I. (d)e sa sorichìna, I. (d)e Sùrtana, I. (d)e  (B)Arisone, I. (d)e òmmine. esiste anche con dim. Iscaledda (d)e porcos, I. (d)e su mezore. 4 Artig. Impalcatura, scocca del carro a buoi. <in molti territori del salto dorg. il passaggio da un poggio ad un terreno più in basso era favorito da un albero scorticato ma a cui si risparmiavano i rami (cfr dorg. ùdulu e (f)estina): base etimol. è akk. iṣu ‘arbre, bois / albero, legno’ + arab. qalla, ebr. qal, akk. qalālu ‘léger / leggero, alleggerito’, il composto iṣuqalālu >iscala è anche alla base di lat. scala.

 

Ischerveddapitzinnu [iškerveḍḍaꝑit’tsinnu] Topon. <is-chervedd-a(re) + pitzinnu.

 

ischina [iš’kina] s.f. 1 Anat. Schiena. Spina dorsale. Ischina sùttile: regione lombare. Seca in su (f)ilu (d)e s’ischina [’šεχa i ssu ilu ε ss iš’kina] Taglia lungo il filo (midollo) della schiena. Ischina (d)e sa manu [iš’kina ε ssa manu] Dorso della mano. Soe a dolore (d)e ischina [šo a do’lor ε iš’kina] Mi fa male la schiena. Torraiammus garriaos a ghisa (d)e nos secare s’ischina [torrai’ammur garri’aoš a ’giša ε nos sε’χarε š iš’kina] Tornavamo carichi tanto da romperci la schiena. No ch’as àer (gh)ettau su monte chi ti dolet s’ischina! [no n k aš ’aεr gεt’tau šu montε χi ti ’ᵭolε ss iš’kina] Non avrai mica buttato giù il monte per avere questo gran mal di schiena! Pinnicà.la s’ischina ca no ti secas! [pinni’χala š iš’kina χa no n ti ’šεχaš(a)] Piegala la schiena che non ti rompi.  2 Bot. s’incontra nella definizione di una qualità di mandorla, mendula ischina (d)e àinu [’meŋḍula iš’kina ε ’ainu].  3 Geol. Serra. Crinale. Linea di depluvio.  compone Topon. Ischina sa jura, Ischina (d)e Marchesi, Ischina sa porchedda, Ischina (d)e preda (d)e porcu, Ischina (d)e su re. <sum. eš ‘come’ + kin ‘falce’ col significato di ‘come la falce’ per come si arcua la schiena (S. Dedola, Faeddarzu, p. 722).

 

Ischirtiorè [iškirtio’re] anche con metatesi Iscrittiorè [iškrittio’re] Topon. sul versante Cala Gonone. Ca si parìan fachende s’amore / in sas maremmas d’Ischirtiorè (aut. dorgalese anonimo). Descrive un anfiteatro naturale alla base dei contrafforti montuosi: oggi vi sono realizzati i campi sportivi. <si tratta di un composto akk. isqu ‘2) une part attribuée par tirage au sort d’héritage / un terreno in eredità toccato da estrazione a sorte’ + irtu, irti ‘vers, envers, en direction de / verso, in direzione di’ + urru ‘lumière, jour / luce, giorno’, isqu-irti-urru > isch-irti-orè significò ‘terreno (toccato in eredità) (posto) in direzione Est’, cfr Bittiorè e vd esposizione di Bittioré 40°20’1.25”N9°32’56.24”E – Iscrittioré

40°16’57.27”N9°36’51.95″E.

 

Iscòine [iš’koine] Topon. <base etimologica in akk. išqu ‘part de partage, lot / parte di divisione, lotto di terra’ + inu ‘vino’ ossia ‘lotto di terra per vino’ col significato sintetico di vigna.

 

Iscopidana [iško’ꝑiᵭana] Topon. Potrebbe trattarsi di Scopetu o Stopétu, come ipotizzato, ma senza alcun riferimento bibliografico certo, un villaggio medioevale attestato fino al 1300, incluso nel territorio del Giudicato di Gallura (a cui Dorgali appartenne fino al 1288): d’altronde la terminazione –ana (vd anche Isportana, Sùrtana) è suffisso gallurese. Purtroppo è nome assai diffuso in Sardegna ma non si ha traccia di Scopetu o Stopétu in territorio di Dorgali mentre è attestato lo stesso nome per un villaggio della Curatoria di Civita (DiStoSa, p. 1734). L’equivoco nasce forse dal fatto che nel corso del 1327 Scupétu (o Stopetu), a circa tre chilometri da Sant’Antonio di Gallura, venne dato in feudo insieme alla villa di Dorgali a Pietro Torrents. Ottorino Pietro Alberti in La Diocesi di Galtellì dall’unione a Cagliari, 1495 (vol. I, parte I, 1993, p. 44, nota 39) riporta che nel 1358 le ville di Dorgali e di Scopetum, della Diocesi di Galtellì, vennero infeudate dal re di Aragona a Marcia de Torrens e, Fabio Fancello, riporta il rimando bibliografico di O. P. Alberti a p. 115 (vd bibliogr.) ipotizzando Iscopidana come Scupetumdall’erica da scope’. È vero che sui terreni di Iscopidana si trovano resti di cocci di costruzioni ma non fanno pensare ad un villaggio. <oltre al prefisso is– rafforzativo, base etimologica sembra akk. kupitu ‘ornement: une petite boule / ornamento: una pallina’, ossia qcs di prezioso per la particolarità del terreno + suff. –ana.

 

iscra [’iškra] s.f. Geol. Letto di un fiume a carattere torrentizio. Agricol. Terra fertile. assume valore agg.le. compone Topon. Iscra (d)e corte, Iscra (d)e Lottoni. Iscra (d)e Nusché. <sum iškila ‘ciotolo’ luogo in cui sono trascinati e si formano i ciottoli, ‘deposito alluvionale’  (S. Dedola, Faeddarzu, p. 706).

 

iscusorzu [išku’šordzu] 1 s.m. Tesoro nascosto. 2 Topon. S’iscusorzu. <akk. isqu ‘2) une part attribuée par tirage au sort d’héritage / 2) una parte di eredità attribuita per estrazione a sorte’ + -orzu (suff. indicante luogo).

 

Isili [’išili] Topon. come il comune omonimo del Sarcidano in cui esiste il topon. Drugalis, a Dorgali esiste il topon. Isili sulla riva sinistra del Cedrino. <egiz. Iside. Dea egiziana, sorella e sposa di Osiride e madre di Horus, con i quali formava una sacra triade. Era apportatrice di vita e di prosperità, ed era anche guida e protettrice dei defunti. Attributi della dea erano il serpente, la cornucopia, il loto, le corna e il sistro. Quando il marito fu ucciso da suo fratello Tifone (o Seth), che ne sparpagliò le membra per tutto l’Egitto, Iside le raccolse, le ricompose e ridiede la vita a Osiride. Secondo gli Egiziani, le inondazioni del Nilo erano causate dalle copiose lacrime sparse dalla dea per la perdita dello sposo, così malvagiamente assassinato. Il culto di Iside e di Osiride passò dall’Egitto in Grecia e a Roma e certamente giunse anche in Sardegna. La dea fu identificata con Io e con altre divinità come Demetra, Persefone, Cibele, Cerere ecc. Il suo nome è scomponibile secondo il sum. in tre parti i-šîn-de ‘Oh luna che dài forma’; sum. izi ‘il dio Fuoco’ + il2 ‘essere alto, esaltato’ oppure i-ši-li ‘il monte splendente’ (R. Sardella, SLCN, p. 253).

 

Isparârzu (S’) [š išpa’ra:rdzu] Topon.

 

Ispilia [išpi’lia] Topon. microtopon. sul versante Sud-Ovest di Sant’Elène, sopra Filièri. <probabile nome metaforico e iron. per ‘mancanza di vegetazione’, forse a seguito di incendio (vd ispilire >pilu) ma, questa interpretazione sembra fin troppo banale. Il lemma si trova nel Condaghe di San Pietro di Silki (290) in due rimandi di glossario (p. 104): ispiiatu e ispilita ‘liberato dalle altrui pretese’ (1° sign.) e ‘partic. pass. di ispilire pelare’ (2° sign.). Il primo significato riportato è termine giuridico, da v. ispiliare, per ‘bene sottoposto a evizione’: ‘perdita totale o parziale d’una cosa per rivendica da parte d’un terzo’.

 

Ispinigoli [išpini’goli] Topon. Grotta profonda (nurra in dorg.) sull’ultimo rilievo carsico a Nord di Dorgali poco prima delle fonti de Su Anzu, è famosa per la stalagmite ‘più alta d’Europa’ (38 metri). Ha una prima voragine profonda alcune decine di metri e, sotto questa si apre una seconda voragine in fondo alla quale, nel corso degli anni Settanta del XX sec., furono rinvenuti scheletri e monili di epoca punica (VI-III sec. a. C.). Questi rinvenimenti fecero pensare a sacrifici umani e si propose la denominazione di ‘abisso delle vergini’. Da alcuni decenni è aperta ai visitatori dietro pagamento di ticket. <come la grotta ha due voragini, anche la base etimologica è doppia e si basa nell’akk. eṣpu ‘doublé; double, en double; jumelé / doppiato; doppio, in doppio; gemellato’ + niggulû ‘large or important thing / cosa (cavità) grande o importante’, si tratta dunque di ‘due grandi cavità gemelle’. Nessun rapporto con la ‘spina nella gola!’

 

Ispitzuli [iš’pittsuli] si rileva anche (ts>dz) Topon. nell’abitato, sotto Sa Madalena. <in relazione con pizu (vd).

 

Isportana [iš’portana] Topon. <akk. ēṣu ‘peu nombreux, petit, petit nombre, rare, petite quantité, léger, insignifiant, inadéquat, maigre*, superficiel*, peu profond* / poco numerosi, piccolo, piccolo numero, raro, piccola quantità, leggero, insignificante, inadeguato, magro*, superficiale*, poco profondo*’ + akk. būrtu, ebr. bōr ‘puits, citerne / pozzo, cisterna’ + -ana terminaz. agg.le, col significato complessivo di ‘(terra) con pochi pozzi’, in effetti, nel territorio di Isportana non c’è acqua, contro l’interpretazione che ne diede R. Sardella (vd SLCN, II, p. 257).

 

Istelotte [ište’lotte] Topon. È il territorio vallivo in cui si incrociano la base di Tulùi dopo Merghis e Sarachinu, terreno calcare, e la base di Sant’Elene, terreno vulcanico. Assai riparato, ha un microclima piuttosto mite ed è ricco di terre umide. <il nome del luogo ha origine da isteli (vd) ‘piombaggine’ + akk. itû, itê* ‘frontière, bord, limite / frontiera, bordo, limite, confine’, cfr lat. –etu(m) > dorg. -edu (vd su Sueredu ‘il Sughereto’), col significato di ‘territorio della piombaggine’.

 

Istipporo [iš’tipporo] Topon. <è terreno declive con base etimologica in akk. ṭīpu ṭepû ṭapû ‘agrandir, étendre, ajouter, additionner, appliquer (poser sur) / ingrandire, estendere, aggiungere, sommare, applicare (porre su)’ con prefisso Is– di azione e terminazione –ro, come in it. Teppero, Tepporo.

 

Istoroddai [ištoroḍ’ḍai] Topon. Iscaledda de Istoroddai (info: Tonio Sale) tra Orudè e Ommène. S’iscala (d)e Istoroddai è uno stretto e irto sentiero dove nemmeno un asino può salire, mentre è passaggio per animali di piccola taglia come le capre. <base etimologica è sum. ‘montagna’ + akk. tūrtu ‘un recul, l’action de retourner, une renonciation, un retrait / un rinculo, l’azione di tornare indietro, una rinuncia, una ritirata’ per la fatica dell’ascesa + suffisso territoriale ebr. –ai.

 

istradoneddu (S’) [ištraᵭo’neḍḍu] s.m. e Topon. Piccola strada. Ch’istat in s’Istradoneddu: Abita in s’Istradoneddu. <it.

 

Istradas (sas) [iš’tra»as] Topon.

 

Istrillacanes [ištrilla’canes] Topon. Sa (f)untanedda (d)e ~ [ša unta’neḍḍa e ištrilla’canes], sotto s’Ulumu, poco dopo il ponte di Dughine. <può essere in relazione semantica con istrillare (vd) oppure, avere continuità con cast. estrellar ‘fracassare, sfracellare, ridurre in pezzi una cosa scagliandola contro un’altra’ (Carbonell, 675), ma cfr con dorg. irdellare, per cui Istrillacanes fu, in passato, un luogo dove ‘si massacravano i cani’: in alternativa è legato a lat. sterilis ‘priva o privata del figlio’, dal gr. στεῖρα ‘vergine, che non ha ancora partorito, giovane’ da akk. ṣaḫru ‘petit, jeune, mineur, pas assez âgé / piccolo, giovane, minore, non abbastanza grande’ (OCE, II, p. 276). Insomma, la fontana de Istrillacanes era creduta una fontanella in cui i cani pisciavano e da ciò deriva il v. istrillare per orinare.

 

istrintu [iš’trintu] 1 Part.pass. e agg. Stretto. Ch’istammus a istrintu [k iš’tammuš a iš’trintu] Stiamo stretti. Semmus parentes de istrintu [’šemmuš pa’rεntεš dε iš’trintu] Siamo parenti stretti. Mantene.ti.la a istrintu ca no nd’acattas menzus d’issa: [mantεnet’tilu a iš’trintu χa no ŋḍ a’χattaš ’mendzur d issa] Tienitela stretta perché non ne trovi meglio di lei. Allegat a dentes istrintas: [al’lεγaᵭ a ’dεntεš iš’trintaš] Parla a denti stretti. Metaf. Avaro. Spilorcio. Taccagno anche con accresc. -one [ištrin’tonε] agg. Est un’istrintone [εšt un ištrin’tonε] È un avaro. 2 s.m. La necessità. Bisogno. Ristrettezza. 3 S’istrintu Topon. >istringhere.

 

istrumpu [iš’trumpu] s.m. Precipizio. Voragine. Burrone. S’istrumpu (d)e Gulunìe: Il precipizio di Gulunìe. S’istrumpu. Topon. <vd istumpare.

 

istuppinzu [ištup’pindzu] 1 s.m. Stoppino. <it. 2 Topon. >istuppa.

 

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