Toponimi d

Dd

 

decuma [’decuma] s.f. Decima. Tributo pagato al clero  consistente nella decima parte del frutto del lavoro di un intero anno per qualunque attività svolta. compare in Topon. cresia (d)e sas Décumas in regione di Iloghe. >deche.

 

Diccata (Sa) [ša ’dikkata] Topon. sul Monte Tului.

 

Dispensa (Sa) [ša diš’pεnsa] Topon.

 

Do (Su) [šu do] Topon. nel salto di Iloghe. <sum. du ‘piantare’ ossia ‘(luogo adatto per) seminare’, oppure ‘creare, impregnare’ nel significato esaltativo di ‘creatore, produttore (di frutti)’ per le qualità pedologiche del terreno.

 

Dobbora (Sa) [ša ’dɔbbɔra] Topon. lungo la parte terminale della circonvallazione a valle, è alla base del colle del Carmelo. <base etimologica è sum. dubur ‘fondazione, base’, termine in uso per indicare le fondazioni dei palazzi.

 

Dògana [’dɔgana] Oron. Punta Dògana. Si staglia contro il cielo ed è visibile da Gonone come da Oddoène. <base etimologica è sum. dug ‘offrire’, oppure sum. du ‘to release / rilasciare’ + sum. Anu ‘cielo, Dio del cielo’.

 

Doinanicoro [doina’nicoro] Topon. ricorre nei Topon Funtana de sarga de Doinanicoro. Su campu de Doinanicoro. Nella depressione di Doinanicoro esiste ancora un villaggio di epoca nuragica. <akk. dunnunu ‘fortification, ouvrage de défense: solide, fort, puissant / fortificazione, opera di difesa: solida, forte, potente’, oppure dunnuna ‘de manière très sûre, très protégée / in modo molto sicuro, molto protetto’ + sum. kur ‘land / terra, territorio’, vd gr. χώρος. Le ipotesi di un toponimo capace di esprimere la caratteristica geomorfologica, sum. tun ‘depressione, sprofondamento’ (S. Dedola, Topon. p. 329), o tun3 ‘sorgente’, R. Sardella, SLNC, 418) di Doinanicoro lasciano inspiegabile il segmento –ani– del nome, a meno che non si ricorra a Anu (Dio sommo del cielo) preso in stato costrutto.

 

Doloverre [dolo’βerre] Topon. <sul significato di questo toponimo è corsa, per lungo tempo, una etimologia del tutto priva di fondamento, certamente inventata da qualche revanchista,  attraverso la quale si voleva derivare il nome di questo luogo dal lat. dolum ferre ‘apportare dolore’, in ragione di una battaglia (?) fra legionari romani e i barbaricini in cui questi ultimi avrebbero prevalso sugli invasori. In realtà, il toponimo attiene alla geologia del luogo con particolare riferimento a sos preséttos ‘vasche naturali nella roccia in cui si raccoglie l’acqua piovana’ per abbeverare animali ed esseri umani: akk. dulû ‘petit seau / secchiello’ + bêru ‘choisir, sélectionner / scegliere, selezionare’.

 

Domestiches [do’meštikes] Topon. Campu (d)e Domestiches fra Burellu e Paulesa. <l’istituto della domestia risale al periodo medievale. I sovrani sardi (giudici), per dare impulso all’agricoltura rilanciata dall’arrivo di ordini monastici nell’isola, assegnarono i territori abbandonati del regno perché fossero lavorati. Si trattava, nello specifico, dei terreni incolti attorno alla domus. Questa era al centro di un fondo (fundu) dal ciclo produttivo completo. Nel fundu si coltivava (nella domesti(c)a), si allevava bestiame (in su sartu e in su pradu), si trasformavano i beni prodotti. Al centro di questa struttura economica chiamata anche massa, da cui massaju per ‘contadino’, c’erano costruzioni abitative per la famiglia proprietaria e talvolta per i dipendenti.

 

Donni [’donni] microtopon. in Pischina Donni [piš’kina ’donni] in Isalle. È una forra dove si raccolgono le acque di due ruscelli che si gonfiano con le acque di compluvio dei terreni soprastanti di Orroùle, di Sos trocos, di Piriùndu. vd Pischinas Donni [piš’kinar ’donni]. <Donni dovrebbe avere base etimologica in akk. dunnu ‘la puissance, la force / la potenza, la forza’ ma anche ‘le substrat rocheux’: nel primo caso sarebbe termine esaltativo della portata d’acqua o dell’impeto di quella, mentre nel secondo caso si legge il riferimento all’apporto di detriti trasportati dalle acque.

 

donnu [’donnu] nel Topon. Conca (d)e Donnu [’kɔnka ε ’donnu] Posto lungo il fianco Sud di Monte Bàrdia. <La sua base etimologica è akk. dunnu strettamente legato alla descrizione della geologia del luogo ‘la terre ferme, le substrat rocheux; un froid intense, un froid glacial; le coeur de la forêt / la terra ferma, il ssstrato roccioso; un freddo intenso, un freddo glaciale; il cuore della foresta’, non c’è migliore descrizione del sito.

 

Doritto [do’ritto] Topon. In mesu ‘e duas brancas situàda / de Frumeneddu, fist funtana rara (Tottoi Mereu Cosaona p. 21). <base etimologica sembra un composto sum. duru5 ‘to be wet / essere bagnato’ + la terminazione –itto, suffisso indicante ‘fonti abbondanti di acque’ vd aram. itza ‘getto d’acqua sorgente’ e fenicio y ‘scaturire’. Questo suffisso, nel dorg. è sempre presente negli idronimi: Gorìtto, Lanaìtto, Toddeìtto. Dorìtto era una fonte spazzata via dall’alluvione del 1951.

 

Doronè [doro’ne] ricorre nei Topon. Punta Doronè, Badde Doronè. <sum. dur ‘passo (montano)’ + unum ‘albero’ col significato complessivo di ‘passo boscoso’ (S. Dedola, Topon. p. 335).

 

Dorrisolo [dor’rišolo] Topon. Paùle Dorrisolo posta fra i territori di Ilòghe e Orroùle. <base etimologica sembra essere sum. duru5 ‘to be wet / essere bagnato, umido’ + su ‘immergere, sommergere’ + lu ‘essere abbondante’, col significato complessivo di ‘luogo abbondantemente sommerso’.

 

Dorròles (sos) [šor dor’roles] Topon. spiaggia di Cala Gonone. <in relazione con rovere, roverella (Quercus robur, Quercus coccifera, Quercus pubescens); vd su Dorrole (Galtellì, cfr G. Mastìo in Quaderni bolotanesi, 20).

 

Dorvène [dor’vene] Topon. A tutta prima non è foneticamente distante da lat. Torbenius (Pittau, Cognomi di Sardegna, III, p. 257), it. Torbeno (nel CSMB è attestata anche Torbena), ma nel condaghe di San Pietro di Silki (317) è attestato ‘e Dorueni Sarakina, e Maria sa muiere’, nome di alcuni giudici medievali (il primo che ricorre fu Giudice di Cagliari tra il 1090 ed il 1103). Il fatto che oltre che nome di località nel salto di Oddoène, sia anche nome di una Iscala (d)e Dorvène [iš’kala ε ᵭor’vεnε] proprio come Iscaledda de (B)arisòne, altro nome di giudice medievale, fa propendere per terreno intitolato a persona con quel nome: era usanza nominare località del territorio intitolandole ai Giudici. A questi appartenne il salto di Oddoène usato come territorio di caccia. <base etimologica sembra essere akk. durgu ‘qui est de pure descendence / che è di pura discendenza’ + enu ‘seigneur / signore’.

 

Doschele [doš’kele] Topon. Punta Doschele, elevata di 158 m. slm poco dopo Palmasera, all’interno de su Tinniperarzu. Tracce di insediamenti umani nella zona risalgono a 3.000 anni prima della nostra epoca, come testimoniato dalle sepolture trovate nei pressi e dai resti umani scoperti all’interno de sas nurras di Doschele. M. Pittau (La lingua sardiana o dei protosardi, 168) menziona per Dorgali il toponimo Oschèle (senza d- iniziale) e lo apparenta con ischeddu ‘schiuma del brodo’. <base etimologica è un composto di akk. duššû ‘abondant, copieux / abbondante, copioso’ + sum. kalà ‘cella, cavità’, akk. kālû, kellu, kēlu, killu ‘rinchiudere, nascondere’; lat. celo, cella. In origine Doschele ebbe il significato di luogo di ‘abbondanti cavità’ per i suoi numerosi anfratti.

 

Drinnidores (Sos) [šor drinni’đores] Topon. Campu (d)e sos Drinnidores equivale al Campo dei grilli.

 

Dughine [’dugine] Topon. Su ponte (d)e Dughine. Dughine è anche un ruscello (direzione W>E) che si getta nel Cedrino formando un avvallamento fra Casa Spano e S’Ulumu. <base etimologica è un composto da un v. ricorrente in àmbito religioso sum. dug ‘offrire’ oppure sum. du ‘to release / rilasciare’ + akk. īnu ‘source / sorgente’ e nel gettarsi nel Cedrino ‘offre, rilascia una sorgente’.

 

Dugulana [du’gulana] con apofonia ([du]>[do]) Topon. Paule (d)e Dugulana. sull’altopiano di Mottorra. Vi è un pozzo di epoca nuragica. <base etimologica sembra essere akk. dubur (origine sumerica), dublu, tublu ‘une tranchée de fondation / una trincea di fondazione’ + suff. –ana.

 

Durgali [dur’gali] Topon. Dorgali. Il nome appare fin dall’anno 1341 come Dorgali, nel Ratio decimarum Sardiniae, fra il novero delle chiese tenute al pagamento delle decime. Nel suo vasto territorio attuale non si contano i resti di antichi insediamenti abitativi sorti per la coltivazione del frumento e della vite o per l’allevamento in forme di vicus o mansio, in diverse epoche storiche, fra questi anche Viniola. Una leggenda già diffusa prima del 19° secolo (vd V. Angius) e ripubblicata in un dizionario del 1901, vorrebbe Dorgali fondato da un saraceno di nome Drugal. Esiste un topon Drugalis in territorio di Isili e, viceversa, Isili in territorio dorgalese, come un Nuraghe Drugali in territorio di Sinnai, esiste una fonte Durgali fra Benetutti ed Orune ed un toponimo Drugalis a Nurri, come in tanti altri comuni isolani. Le prime costruzioni dell’attuale agglomerato erano disposte in posizione dominante sul poggio de sa Serra e, mano a mano, sui due lati di un canalone, tombato fin dalla fine del XIX secolo e oggi ricoperto dall’asfalto (corso Umberto). La denominazione dorgalese del canalone, turgalu [’turgalu], potrebbe stare all’origine del toponimo. Il passaggio dal suono dentale sordo [t] a dentale sonoro [d] avrebbe anche determinato lo spostamento dell’accento dalla prima alla seconda sillaba del nome mentre non è evidente la trasformazione della vocale bilabiale -u in -i, ma vd turgalu. In ogni caso, la presenza de sa (F)untana (d)e Durgali nella regione di Orroùle ci allontana dalla ipotesi di derivare Dorgali da turgalu. Il radicale sonoro iniziale [tur] si ritrova ancora nel sostantivo turru indicante il rivolo di sostanza liquida traboccante da recipiente stracolmo e nel lato sinistro del corso Umberto esistono ancora le sorgenti perenni di Funtana e di Roseddu che alimentavano, insieme ad altre sorgenti poste più a monte, un vero ruscello che scorre verso s’Alabarzu e oggi fino a Tolòi e oltre.  In epoca giudicale e feudale il territorio di Dorgali era alquanto limitato: a N-E si trovava il territorio del feudatario che inglobava tutto il versante marino (fino a 30 miglia a S di Orosei) e Littu, con Siddai, Cartòe, Osalla, Serandria, Paulesa ed altro. A NW confinava con la bidda di Muru e perciò non entravano in territorio di Dorgali terreni come Meledéi, Biascottai, Muru (cunzau) e da Tillai a Neulè. I territori intorno a (gh)Iriai appartenevano al villaggio scomparso di (gh)Iriai, fino a Mariscai e oltre. Tutto il salto di Oddoène era demaniale e riservato come territorio di caccia per i Giudici (cfr i nomi personali dei giudici in toponimi come Barisone, Antine, Torbeno). Fino al superamento del feudalesimo (1838) il territorio dorgalese era costituito dalle terre comprese fra Zorza e Sant’Elène: da lì fino a Ala turpa e da lì a Tolòi, dopo la scomparsa di un vicus che sorgeva a Filiéri. Le condizioni di vita degli abitanti dovettero essere grame. Già agli albori del XVI secolo, la scomparsa di biddas come Muru, Iriai, Iloghe, consentiva ai Dorgalesi di prendere in affitto le terre del feudatario e coltivarle per condurre una stentata sussistenza. L’acquisizione dei territori di villaggi come Longe, Nùrule, Loghéri e Iloghe prima e di Isalle Orroùle poi, segnò una prima forma di sviluppo dell’economia del paese migliorata ulteriormente a partire dallo sfruttamento agricolo del salto di Oddoène, nel secondo dopoguerra. <La base etimologica più congrua sembra akk. dūru ‘fossé, mur, muraille / fosso, muro, muraglia’ + ḫâlu, iālu (2) ‘suinter, exsuder, dégouliner / stillare, essudare, sgocciolare’,  ma vd turgalu.

 

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