Toponimi A

Aa

 

abba [’abba] s.f. Acqua.  concorre nei Topon.: s’Abba Durche [š ’abba ’ᵭurke], s’Abba Fritta [š ’abba ’vritta], s’Abba Istade [š ’abba iš’taᵭe], s’Abba Meica [š ’abba ’meica], s’Abba Noa [š ’abba ’nɔa], s’Abba Sorula [š ’abba ’šorula]. <sum. a ‘water / acqua’, sum. a-ab-ba ‘mer, lac  / mare, lago’ col significato di ‘acqua del mare, del lago’.

 

abbacana (S’) [š abba’cana] f. Topon. >abba + cana. <vd abba + akk. kanû(m) “aver cura di”, “trattare delicatamente”, “avere caro”.

 

abbedda [ab’beḍḍa] 1 agg. Acquetta. Pioggerella. anche abbichèdda. 2 S’abbedda, [š ab’beḍḍa]. Topon. >abba.

 

Ala Turpa [’ala ’turpa] Topon. Le norme contenute nella Carta de Logu, in materia di agricoltura, ribadivano pratiche di alternanza delle colture conosciute da epoche remote fra le popolazioni della Sardegna. Alcuni terreni subivano la sospensione di certe colture per dei periodi di tempo determinati in base ad esperienze provate. L’alternanza delle coltivazioni delle terre fra bidattone e paperìle era decisa dall’assemblea dei capifamiglia del paese fino al XIX secolo, essendo ancora in vigore il feudalesimo (abolito nel 1838): i terreni a gestione comunistica erano destinati a coltura o a pascolo e, quelli a coltura comunitaria erano sorvegliati (vaidaos). <Ala turpa è un sintagma formato da ala, con base etimologica in akk. âlu ‘tagliare, resecare’, ma anzitutto l’aram. ārā ‘terra’, akk. ārā ‘terra’ (S. Dedola, Faeddarzu, p. 121) + turpa, la cui base etimologica è akk. ṭuppi ‘intervale de temps d’une durée de, durée de, espace de temps de / intervallo di tempo di una durata di, durata di, spazio di tempo di’, col significato originario di ‘terreno sottoposto a intervallo di tempo di una durata di’ ed il termine ṭuppi ha subito l’epèntesi di -r-.

 

Alabarzu (S’) [š ala’bardzu] m. Topon. Andaiàmmus a lavare a s’Alabarzu [εš aŋḍai’ammuš a la’βarε a ss’ala’bardzu]

Andavamo a lavare i panni a s’Alabarzu (situato nell’attuale Monumento ai caduti). <il lemma non ha apparente relazione fono-semantica con ‘lavatoio’ o ‘abbeveratoio’. Viene alla mente una strofa di Peppinu Mereu: Bajanas samunende / intendo criticare ogni persone / sa tale critichende, / su male anzenu l’ischit a cantzone / una s’est lamentende / ca l’an pesadu male su sapone / un’àttera a dovere / criticat sas camisas de su mere (Galusé). È descritto un luogo in cui le donne, mentre lavano i panni, criticano diverse persone. Si è portati a pensare ad un uso antifrastico del v. alabare (cfr anche cast. alabar) ‘lodare, elogiare, encomiare, vantare’ + –arzu terminazione indicante ‘luogo’ col significato ironico di ‘luogo dell’elogio’, alabarzu significò ‘luogo per gridare’ dove, oltre alle intemperanze delle massaie si udivano anche i versi degli animali condotti all’abbeverata.

 

aliderrarzu (S) [š  aliᵭer’rardzu] s.m. Bosco di alaterni. 2 Topon. Luogo coperto di alaterno. lillatro – Fillirea Phyllirea latifolia L.). <akk. aladiru ‘une plante / una pianta’ + -arzu suffisso agg.le o nominale.

 

Andria [an’dria] 1 Antropon. m. Andrea. 2 compare nei Topon. piatza sant’Andria, poi divenuta Su cùcuru, per il cumulo di macerie della chiesa dedicata al santo; e Serandria (vd). <è convinzione diffusa che il nome Andrea derivi dal gr. νήρ, νδρός ‘uomo libero’, la cui base etimologica è sum. an ‘alto’ + na ‘uomo’ mentre –ήρ richiama lat. herus, ebr. ōr ‘nobile, libero’, cfr anche v. sum. dirig ‘to be superior / essere superiore’, mentre il genit. νδρός richiama akk. andurāru ‘libertà’ (OCE, II, p. 30). Di contro, il nome del mese del santo riflette le condizioni climatiche del periodo dell’anno: è il mese in cui il cielo si addensa di nubi e, spesso, i rovesci sono vere e proprie inondazioni. Base etimologica per Sant’Andria è akk. šatû ‘boire, être inondé / bere, essere inondato’ con epèntesi di -n- + sum. an ‘cielo’ + dirig ‘accumulare nubi’ (S. Dedola, Faeddarzu, p. 151).

 

Antona/i [an’tona/i] Antropon. m. Antonio.  Topon. Bichinadu de sant’Antoni. [biχi’naᵭu ε šantan’toni]

È adagiato sul poggio de sa Serra e questo connota la sua vetustà. Vi sorge la chiesetta intitolata al santo, al centro della quale, il 16 gennaio si accendeva il falò in onore del santo che rubò il fuoco dall’inferno. La chiesetta aveva intorno sos corrarzos (ricoveri per maiali) in cui erano allevati i capi suini le cui carni venivano distribuite ai poveri del paese nel giorno della festa del santo. <lat. Antonius

 

Anzelos (Sos) [soš ’andzelos] Topon. in regione di (gh)Iriai. Vi sorge la chiesa omonima. La festività cade il lunedì dell’angelo, in dorg. Sos anzelos. In quella data si organizzava la gita alla chiesa oppure si saliva sul monte Bàrdia fino alla croce.

 

Anzu (Su) [šu ’andzu] Topon. e Idron. L’afèresi di b- iniziale lascia traccia nell’articolo che non si agglutina al nome. Santu Juanni (d)e su Anzu [šantu ju’anni dε ssu andzu] Località termale a Nord di Dorgali con acque calde misurate per la prima volta da A. F. de La Marmora nel 1823, misurazione confermata da V. Angius. Il manufatto delle terme è detto sa lapìa de su Anzu [ša la’pia dε ssu ’andzu]. <lat. balineum, balneum, gr. βαλανεῖον ‘bagno’, rinvia ai ‘lavacri rituali’ nei fiumi con base etimologica in sum. bal ‘versare, spruzzare’, akk. balālu ‘spruzzare’, ebr. bālal ‘scorrere’ + la base corrispondente all’akk. īnu, ēnu ‘fiume, sorgente’ (OCE, II, p. 350 e p. 48) ma vd anche akk. bālu, ba’ālu ‘supplicare’ da cui si capisce che l’immersione nelle acque era un atto di supplica a Dio per sanare da malanno o prevenirlo (S. Dedola, Faeddarzu, p. 247).

 

Appannarzu (S’) [š appan’nardzu] Topon.

 

arcada [ar’ka»a] s.f. Arcata. Topon. S’Arcada (d)e s’Ozastru [š ar’kaᵭa e s od’dzaštru]. >arcu.

 

arcu [’arku] s.m. Arco. Geol. Passo montano. Varco. Passaggio. Valico. con articolo determinativo singolare o plurale compone numerosi Topon: Sos Arcos [šoš ’arkos], s’~ (d)e sas Campanas [š ’arku e ssaš ’kampanas], s’~ (d)e (G)oritto [š ’arku e o’ritto], s’~ (d)e Ortunule [š ’arku e ortu’nule], s’~ ’e sa Tuora [š ’arku e ssa ’tuora], s’~ (d)e su Linu [š ’arku e ssu ’linu], s ’~ (d)e s’Ozastru [š ’arku e ss od’dzaštru], s ’~ (d)e Solleante [š ’arku e šolle’ante], S ~ (d)e Tinnìas [š ’arku e ᵵin’nias], S’~ (d)e Tupponella [š ’arku e tuppo’nella]. <base etimologica è akk. (w)arku ‘luna’ perché descrive l’arco che la raffigura quando si presenta nella forma cornuta del quarto ascendente o discendente > lat. arcŭs.

 

ardia [’ardia] for. aferetica per Bardia (vd). <akk. ardu ‘esclave, domestique / schiavo, domestico’ > ‘servizio a cavallo prestato in guerra dai vassalli per il signore feudale’ (S. Dedola, Toponomastica, p. 192).

 

Arenarzu (S’) [š are’nardzu] Topon. a N-W del paese, compreso fra Oddurue e Canudedda, Neulé e (gh)Iriai, Gurennoro e Mariscài. Sa carrera (d)e s’Arenarzu [ša kar’rεra ε ss arε’nardzu] Non c’è traccia di sabbia da cui possa derivare il nome: è terra vulcanica, ultimo lembo del rilievo di Pirischè degradante verso (gh)Iriai. <base etimologica è bab. ārā ‘territorio’ + akk. ēnu ‘une source d’eau / una sorgente d’acqua’ + suffisso –arzu indicante ‘luogo, territorio’.

 

Arga (s’) ’e s’Abba Noa [š ’arga e ss ’abba ’nɔa] Topon. nel Supramonte. La denominazione corretta e appropriata è da registrarsi come Sarga (d)e s’abba noa [’šarga e ss ’abba ’nɔa]. Sarga (Umbilicus Veneris), abbonda fra le rocce del luogo. Nella pronuncia popolare sarga diventò s’arga. Non è il solo caso di corruzione popolare: s’abba arva è diventato sa barva (!?), Fruncu Oddunue è diventato Fruncuddunue, Su gortei è diventato Sortei… Si radicò la convinzione che quella s- in inizio fosse articolo determinativo (sa) e si fosse prodotta la elisione davanti a vocale (sa arga > s’arga), così non era e la denominazione corretta sarà Sa sarga (d)e s’abba noa.

 

Artanuli [arta’nuli] Sedda Artanuli [’šeḍḍa arta’nuli] Topon. nella vallata di Oddoène.

 

arvas [’arvas] agg. Incolto. Selvatico. Non coltivato. compare nel toponimo Piras arvas [’piraš ’arvaš] (vd) con significato di Peri selvatici, non innestati.

 

arvu [’arvu] agg. Bianco. soprattutto compare nei nomi dei manti del bestiame come per la pecora dalla testa bianca (cucuriarva) o in Bot. per il pioppo (fustiarvu). compare in Topon. S’Abba arva, Nurache arvu. <lat. albus ‘bianco’ ma originariamente ‘del colore della neve’, umbro alfa ‘alba’: hanno base etimologica in sum. alba, albi, akk. ḫalpû ‘latte’ e cfr gr. ἄλφι ‘farina’ (OCE, II, p. 337), anche il topon. Olbia dovrebbe avere base etimologica akk. in quanto il primo approdo è il nisonimo Isola bianca.

 

Aspriddarzu (S’) [š ašpriḍ’ḍardzu] Topon. >aspridda + –arzu, suffisso indicante terreno ricco di scilla, aspridda.

 

aspru [’ašpru] s.m. Geol. Terreno accidentato e non coltivabile. Luogo disagevole dove transitano solo le capre. interi boscos, aspros e in attas (P. Pireddu, Est semper ora, p. 75). compone Topon. s’Aspru [š ’ašpru], s’Aspru malu [š ’ašpru ’malu]. ≥ inasprire. <lat. asperu.

 

atta [’atta] s.f. 1 Geol. Parete rocciosa a picco. Dirupo. Burrone. s’intendiat in sas attas de Oddeu (N. Mereu, Boches de monte, p. 88). a s’atta ’e Gurennoro e Ghiriai (S. Fancello p. 57). -adinu [atta’ᵭinu] s.m. S’attadinu est unu locu malu in fundu a un’atta [š atta’ᵭinu εšt unu ’loχu malu i ’ffuŋḍu a un atta] Fondo di burrone. Piccola parete rocciosa. compone Topon. Atta Finioddai [’atta fini’oḍḍai], s’Atta de Monte tundu [š ’atta e ’monte ’ᵵuYḍu]. <la base etimologica è da ricercare in ebr. āqaq ‘tagliare’, aram. āgā, akk. agû ‘scure’ (OCE, II, p. 332).

 

attaruja (S’) [š atta’ruja] f. Topon. <altrove è detto mattiruja per indicare il colore del ventre del calabrone. Si trova nella vallata di Oddoène.

 

Atticheddas (sas)      [saš atti’ceḍḍas] Topon. >atta.

 

Attonile (S’) [š atto’nilE] Topon. Monticheddu e Cheja fra Oddoène [monti’χeḍḍu ε ’keja] e Surtana (info: Tonio Sale) ma uguale denominazione Coa (d)e s’Attonile [’kɔa ε ss atto’nilε] esiste presso tziu Santoru (info: Bovore Antzellu). <base etimologica è un composto sumero accadico che definisce entrambe le componenti del luogo comprendente un piccolo rilievo e un avvallamento che raccoglie, e mantiene, le acque di depluvio: sum. sa-tu ‘mountain / montagna’ + akk. nīlu ‘l’inondation d’un champ / l’inondazione di un campo’. Pertanto la grafia corretta sarà Sattonìle.

 

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