Rimas

RIMAS
Suoni Versi Strutture della poesia tradizionale sarda

saggio 297 pagg.
1997, Artigianarte Editrice


 

RIMAS – Suoni Versi Strutture della Poesia Tradizionale Sarda, nasce dopo lunghi anni di ricerche su tutte le forme poetiche dell’intera isola, composte in ognuna delle varianti linguistiche della lingua sarda

A tutt’oggi non esiste alcun testo illustrativo dei moduli compositivi in uso fra i poeti sardi. L’esigenza di mettere a punto tale studio era dunque dettata dalla necessità di:

  1. a) censire e studiare i sistemi della versificazione,
    b) capirne i meccanismi fonici, prosodici e canori, i tratti stilistici e formali,
    c) conoscerne le origini,
    d) offrire al futuro lettore una chiave di decodifica e interpretazione della poesia in rima.

Perciò RIMAS ha, fondamentalmente, l’obiettivo di aiutare il recupero di un inestimabile patrimonio letterario espresso dai poeti colti e popolari, del passato come del presente.

La natura del testo narrativo (nella parte di studio e descrizione delle strofe e dei componimenti), l’esemplificazione delle componenti fisse della poesia – lo schema delle rime, la lunghezza del verso -, strutturata attraverso una ricchissima impostazione grafica, consentiranno ad ogni lettore un rapido e facile approccio allo studio e alla comprensione della poesia tradizionale di ogni area linguistica e culturale della Sardegna.

La profonda conoscenza della poesia, maturata attraverso la ricerca quotidiana e lo studio sulla lingua e sulle tradizioni popolari e musicali della Sardegna, spingono il sottoscritto – già autore di numerose pubblicazioni sull’argomento – a produrre una versione didattica fruibile da un pubblico, il più vasto possibile. L’opera, pertanto, si rivolge agli studiosi e ai poeti produttori, come ai comuni consumatori della poesia in limba.

Le finalità di RIMAS sono pertanto molteplici:

  1. a) permetterà la verifica dell’estensione sonora, formale, lessicale e semantica della lingua sarda nelle varianti campidanese, logudorese, gallurese, sassarese e catalana-algherese;
    b) segnerà un importante (il primo) riferimento nei lavori di ricerca sulla metrica;
    c) offrirà un’utile guida per le innumerevoli giurie dei concorsi di poesia;
    farà conoscere poemi inediti che testimoniano pratiche folcloriche ormai dimenticate;
    d) svelerà l’etimologia del ricco vocabolario legato alla poesia;
    e) rivitalizzerà forme stilistiche cadute in disuso.

Gli strumenti attraverso i quali raggiungere le finalità che si sono individuati nella trattazione, semplice e schematica, di:

  1. a) intensità e ritmo dei suoni della lingua;
    b) le Sillabe, loro divisione e intensità sonora;
    c) le Lunghezze Metriche;
    d) tutte le Strutture Strofiche: storia, denominazione, articolazione compositiva, schema della rima, esempi,
    e) indicazioni bibliografiche ragionate;
    f) tutti i Componimenti: storia, denominazione, articolazione compositiva, schema della rima, esempi, indicazioni bibliografiche ragionate;
    g) repertorio Discografico;
    h) repertorio Bibliografico di oltre 200 titoli;
    i) glossario di oltre 80 voci.

Questa prima parte si conclude con la manifesta intenzione dello scrivente di dare attraverso questo lavoro una indicazione di scrittura unificata. Ma altri Obiettivi caratterizzano l’opera e questi si trovano esposti nella seconda sezione dell’Introduzione.

Nel lungo e variegato dibattito sulle forme di approccio da impiegare per l’insegnamen-to/apprendimento della lingua e della cultura sarda ci si trova spesso davanti a proposte tendenti ad assimilare la lingua sarda ad una lingua morta, oppure ad una lingua moderna europea da apprendere in modo utilitaristico. Raramente si propone di cogliere gli umori e lo spirito che animano l’espressione comunicativa di un popolo.

Da qui la necessità di un agile strumento didattico costruito in forma di gioco per permettere ai lettori di penetrare nelle infinite e ricchissime forme combinatorie del linguaggio dei sardi per capirne i potenziali espressivi e imparare una tecnica analitica spendibile nello studio di altre lingue e altre culture.

La Strategia utilizzata consiste nella scomposizione delle forme espressive, nella collocazione all’interno di un momento topico e di un momento cronico così da rendere, ai messaggi comunicati, la reale significazione espressiva delle situazioni nel loro spazio e nel loro tempo.

Unico contenuto è dunque la Lingua e la Cultura sarda viste nelle forme in cui esse si sostanziano, sul piano comunicativo, in modo squisitamente sincronico, attraverso la capacità articolatoria dei locutori.

Si parte da una situazione banalissima (Semper) scritta nella varietà Logudorese prima e Campidanese subito dopo per evidenziare in modo contrastivo la parentela fra le due macro-varianti.

La situazione di partenza si ripropone nel linguaggio onirico, nelle varie forme di imprecisione e approssimazione fino al modello puntiglioso, particolareggiato e preciso. La si ritrova in forma di testo telegrafico, nella massima visibilità della sintesi guidata, nella proposta contrastiva dei sinonimi, nella chiusura dell’ottava rimata dei poeti estemporanei.

La stessa situazione espressiva vive nella preoccupata visione della critica paesana come nella interattiva esperienza creativa del bar per trasformarsi nuovamente in suoni monosillabici e borbogismi impiegati nell’atto linguistico del salutarsi.

Il passaggio dalla minima unità fonica significante alla fredda analisi del sistema formale della grammatica, dell’ortografia, dell’onomastica, della filologia, delle varie forme di trascrizione fonetica o di figure retoriche, assume una forte carica ironica.

Il registro ironico continua per vestire le sembianze espressive del bambino, del carabiniere, del modernista anglo-tecnologico-dipendente, dell’emigrato in Francia, dell’analfabetese.

Ritornano i codici di composizione poetica tradizionale per costruire il contesto di una ambientazione teatrale alle forme espressive delle comari.

Abbondano in queste pagine i giochi di suoni e di parole per creare trasposizioni di significati e di significanti penetrando nella denuncia di stati di crisi sociale determinatisi in agricoltura come in politica, nell’economia e nel vivere quotidiano della comunicazione sociale.

Stili, registri, modelli di riferimento, significato e non-sens diventano mezzi per mettere a nudo, intorno alla metafora delle scarpe slacciate per affermare il diritto ad esprimersi liberamente, le molteplici forme della ricerca dell’identità anche quando questa è tutta personale.

Ma l’identità di un popolo non è forse costituita dall’insieme delle innumerevoli identità individuali?

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