CANTO E
IDENTITA’ CULTURALE
IN SU CUNCORDU DI OROSEI
Indescrivibili sensazioni
affollano la mente di colui che ascolta per la prima volta l'armonia di
quell'intreccio di voci sui ritmi de su Ballu a Passu Turturinu
e de su Dillu nell'esecuzione del Tenore Su
Cuncordu di Orosei.
Rumori di una natura
lontana ci riportano indietro nel tempo all'epoca in cui i rapporti fra
persone erano espressi attraverso i sensi: su parpu, su calore,
su nuscu, sos sonos dentro la caverna, la capanna, il nuraghe.
Imitazione dei modelli
offerti dall'ambiente per comunicare nel modo più naturale, agli albori
della civiltà. E nelle varie tappe di
quest'ultima progredire e affinare, nel solco delle tradizioni, le
tecniche espressive per suscitare, con i suoni, emozioni.
Orosei racchiude nelle sue
tradizioni musicali un patrimonio culturale inestimabile. L'apertura verso il mare a
oriente e verso la pianura a occidente definiva la natura antropologica
degli abitanti e ne determinava le vicissitudini storiche:
anticu e modernu convivono nell'affermazione dell'appartenenza alla
sarditas senza anacronistiche chiusure. L'aspetto esteriore di
questa cittadina, le sue spiagge, le fertili campagne e una forte
proiezione verso forme economiche de sa modernitate, fanno
spesso dimenticare l'attaccamento degli abitanti della Baronia al
proprio passato. Forte e caratterizzante il
legame con l'identità culturale sarda, baroniese e oroseina nella
lingua, negli usi, nelle forme coreografiche delle danze popolari, nel
repertorio dei canti di natura religiosa (su Cuncordu) come
di natura profana (a Tenore).
I canti a Tenore raccolti
in questo volume rispecchiano i valori culturali espressi nei testi
poetici e nella creazione musicale de sa vidda intera di
Orosei. Un lavoro di paziente
ricerca, di studio e di recupero dei codici del folklore musicale da
consegnare ai propri conterranei e a sos istranzos:
un'opera meticolosa, accurata, completa.
Né ci si aspettava di meno
dalla formazione del Tenore del paese in cui il canto profano ha
raggiunto la maggiore cura nelle forme musicali.
La presenza secolare delle
Confraternite aveva lasciato un segno indelebile nell'espressione canora
di questo paese. Esso è, proprio per tale presenza, il paese più ricco
di forme canore eseguite da formazioni polivocaliche. Una ricchezza
ragguardevole nata dalla coabitazione pacifica di due culture - la
Chiesa e il Popolo - che si compenetrano a fondo fino a identificare, in
questa simbiosi mutualistica, forme e stili di canto assai diversi.
Il Cuncordu
(formazione di canto religioso) assume il timbro laringalizzato de
su Tenore nell'esecuzione dei canti liturgici e nel
contempo presta a su Tenore moduli musicali della
tradizione culta.
La mancanza del canto a
Gosos (componimenti poetici in verso ottonario in onore dei
santi) nel repertorio de su Tenore è dunque compensata nel
Cuncordu. Viceversa, le competenze musicali dei Crofarios
sono facilmente rilevabili nella voche 'e notte antica e
particolarmente nel dialogo fra la voce solista e le tre voci del coro
nei Corfos.
Nei cori barbaricini la
Boche 'e Notte, e le melodie derivate da essa, serve
soprattutto per isterrer in modo chiaro il testo poetico e
verificare se il coro abbia raggiunto l'affiatamento (cussertu)
necessario. Un aspetto interessante del Tenore oroseino è invece l'uso
strumentale del testo poetico con il quale sa voche (il
solista) crea musica. Gli scambi fra le due
culture, religiosa e popolare, si fermano a questo.
Le denominazioni delle
melodie del repertorio ripropongono il lessico in uso nel Tenore
barbaricino - Voche seria, Voche 'e notte, Muttos, s'Andìra
- oppure riflettono i momenti e le situazioni in cui i canti del Tenore
si formalizzavano: Voche de torrare voes.
Il canto a Tenore
accompagnava tutte le fasi della vita oroseina: la mattina presto (Voche
a manzanìle) o la sera, ma è soprattutto nei balli che si esprime al
meglio la gioia di vivere e la coesione de sa vidda. Nel
travolgimento de su divertimentu è difficile porre dei
freni o misurare il linguaggio del corpo che si esprime in su
Brincu liberatorio, in su Dillu sfrenato o nella
fissità delle forme e delle figure della danza a Passu
Turturinu
L'esecuzione di
quest'ultimo ballo (esclusivamente oroseino) è la testimonianza
dell'arcaicità del canto a Tenore, attestata attraverso l'uso dei colpi
di glottide nella creazione di Bassu e Cronta
fiorite dalle ornamentazioni de sa mesu voche.
Un autentico reperto
archeologico utile per ricostruire l'identità linguistica e culturale
della Sardegna. Ascoltare questo Tenore
significa dunque ritrovare sos sinnos. |